“Mull of Kintyre, oh mist rolling in from the sea
my desire is always to be here
oh Mull of Kintyre”
“Mull of Kintyre, nebbia che arriva dal mare
il mio desiderio è di essere sempre qui
oh, Mull of Kintyre”
Correva l’anno 1977 quando Sir Paul McCartney, chitarra alla mano e sguardo nel vento, dalla baia di SADDELL cantava il suo pezzo “Mull of Kintyre” rendendo omaggio all’estremità più meridionale della pittoresca penisola del Kintyre, nella regione di Argyll and Bute, dove aveva una casa e uno studio di registrazione fin dalla fine degli anni Sessanta. Una canzone che aveva scritto già nel 1968 per dichiarare il suo amore per una piccola regione scozzese fuori dal mondo e fuori dalle rotte turistiche, dove lui – popstar fra le più famose e acclamate al mondo – amava ritirarsi con la moglie Linda e con i suoi bambini per sfuggire ai clamori del successo e ritrovare il contatto rigenerante con una natura quieta, accogliente, intatta e generosa.
Oh MULL OF KINTYRE
viene da dire anche a me ripensando al luminoso incanto di quel dito di terra, lungo 40 miglia e largo fino a un massimo di undici, puntato dritto nel Mare d’Irlanda e legato alla “mainland” soltanto dall’istmo di TARBERT, esile “trait d’union” con il Loch Fyne, con la regione di Knapdale e il West Loch Tarbert. A fare da contrappunto ai fertili appezzamenti costieri, una spina dorsale d’ondulata brughiera culminante nella distesa brulla e selvaggia del “MULL”, l’estremità arrotondata che sfida il vento laggiù in fondo, guardando in faccia l’Irlanda del Nord.
Una volta superato il grazioso villaggio di TARBERT ecco che inizia il lungo viaggio verso la remota città di CAMPBELTOWN, mentre le onde atlantiche frustano la terra e il mondo scivola via dissolvendosi chissà dove. La presenza del mare si fa prepotente al punto che la sensazione è quella di trovarsi su un’isola, distanti mille miglia da tutti e da tutto… benvenuti ai confini del mondo, WELCOME TO THE MULL OF KINTYRE!
MA COME SI ARRIVA NEL KINTYRE?
Non esiste alternativa: per visitare il KINTYRE bisogna fortemente volerlo… non si tratta certo di una zona di passaggio, in cui ci si imbatte per caso essendo diretti altrove! Solo il villaggio di TARBERT, che ne segna il confine nord, è di strada per chiunque si trovi a dover raggiungere KENNACRAIG, sede del terminal dei traghetti diretti a ISLAY. E fu proprio il nostro primo viaggio verso quell’isola a fornirci l’occasione per un piccolissimo assaggio di questa splendida regione incredibilmente defilata. Così, a sette anni di distanza e nuovamente diretti a Islay, non potevamo farci mancare una tappa in questa verde penisola smilza, per noi in gran parte ancora sconosciuta!
SCENDENDO NEL DETTAGLIO…
Diciamolo pure: il KINTYRE non è esattamente dietro l’angolo!
Arrivare a CAMPBELTOWN dal centro di GLASGOW richiede tre ore abbondanti di guida, mentre partendo dall’aeroporto di Edimburgo le ore salgono comodamente a quattro! Una volta oltrepassata DUNBARTON occorre imboccare la A82 e costeggiare tutto il LOCH LOMOND fino a TARBET (quello senza la “R” prima della “T” finale) volgendo poi verso ovest attraverso un bellissimo punto panoramico chiamato REST AND BE THANKFUL. Una volta raggiunte le sponde del LOCH FYNE, si continua in direzione sud oltre INVERARAY fino a raggiungere i vicini centri di LOCHGILPHEAD e ARDRISHAIG. A questo punto il grosso è fatto… da lì, in una ventina di minuti al massimo, si giunge a TARBERT (stavolta quello con la “R”) l’attraente porta d’accesso al KINTYRE. Non resta quindi che proseguire lungo la A83, la strada a doppia corsia che in una cinquantina di minuti circa da Tarbert porta a CAMPBELTOWN. A riempire gli occhi dei viaggiatori lungo tutto il tragitto, vasti panorami atlantici movimentati dal profilo accattivante delle isole di GIGHA, ISLAY e JURA… e se il cielo è davvero limpido si può vedere persino l’IRLANDA del NORD!
QUANTO TEMPO DEDICARE AL KINTYRE E CHE COSA VEDERE?
La penisola è piccola ma percorrerla per intero – COSTA OVEST, MULL e COSTA EST – richiede tempo, senza contare che sono davvero tante le attrattive lungo tutto il percorso! Per farsi un’idea generale occorre preventivare una giornata piena; noi, per esplorarla con un briciolo di calma in più, abbiamo deciso di dedicarle un paio di giorni (uno intero all’andata più mezza giornata di ritorno da ISLAY) e non ce ne siamo affatto pentiti, anziiii… di tempo ce ne sarebbe voluto mooolto di più!!!
Ma ora procediamo con ordine e vediamo UNA PER UNA LE NOSTRE TAPPE NEL KINTYRE:
1 – TARBERT
Il villaggio di TARBERT (vedi anche l’articolo “DIECI VILLAGGI PER CUI PERDERE LA TESTA IN SCOZIA“) è una piccola meraviglia da gustare senza fretta, che meriterebbe da sola il viaggio fin lì. Quando il cielo scozzese si prodiga in effetti speciali dando il meglio di sé, il suo bel porticciolo si trasforma in un luogo pieno di magia capace di catturare lo sguardo all’istante e di trattenerlo a lungo fra mille scorci e altrettanti dettagli che si sommano come tasselli in un colpo d’occhio da cartolina!!!
Di turisti stranieri ne arrivano pochi… eppure questo tranquillo villaggio dell’ARGYLL non ha nulla da invidiare ad altre località più famose sempre prese d’assalto da orde di vacanzieri. Gli ingredienti ci sono tutti: un caratteristico porticciolo gremito di barche; le tipiche casette colorate riflesse a specchio nella baia; le botteghe stipate d’adorabili cianfrusaglie e – ciliegina sulla torta – una fantastica collina panoramica facilmente raggiungibile a piedi dalla HARBOUR STREET, da cui godere di impareggiabili vedute sul porto incorniciato dai paesaggi bucolici dell’ARGYLL.
Una volta arrivati lassù restiamo rapiti dalle rovine del TARBERT CASTLE, che scruta dall’alto le acque scintillanti dell’EAST LOCH TARBERT con tutto il suo corteo di isolotti e promontori boscosi. In realtà di questo antico castello risalente al XIII secolo resta ben poco… una torre piuttosto sgangherata a ricordare quella che fu un’importante fortezza medievale, classificata oggi come monumento nazionale per il ruolo decisivo che il celebre re di Scozia ROBERT DE BRUCE giocò nel suo ampliamento e rafforzamento nel 1325.
2 – WESTPORT BEACH
Fra le innumerevoli spiagge sabbiose che profilano la costa occidentale del KINTYRE, scegliamo di fermarci alla WESTPORT BEACH e di concederci una lunga passeggiata in solitudine sull’ampia battigia dorata battuta senza tregua da onde spumose e voraci, sospinte dal vento inferocito di una tipica giornata di “unpredictable Scottish weather”. A fare da cornice, grandi dune tappezzate d’erba che si innalzano come verdi colline scompigliate da raffiche potenti e improvvise. Ahhhh, la luce magica dell’ovest!!! Camminiamo sferzati dall’aria pungente che ci raggela le mani e ci arrossa il viso… spruzzi di sale sulla pelle e iodio che ci inonda le narici… chiudiamo gli occhi… abbiamo davanti a noi un’intera settimana in Scozia e ci sentiamo in paradisooo!
3 – CAMPBELTOWN
Riprendiamo la A83 in direzione CAMPBELTOWN: le miglia che la separano da TARBERT sono solo 38 eppure sembrano moltiplicarsi all’infinito. Ma CAMPBELTOWN esiste davveroooo??? Ormai ce lo chiediamo visto che nonostante il driver macini chilometri come noccioline, non arriviamo maiiii!!!!! Ebbene, CAMPBELTOWN esiste e si trova a casa di Dio! Una piccola metropoli di 6400 abitanti affacciata sull’omonimo LOCH, lungo la sponda orientale del KINTYRE; una città particolare… dall’aspetto non troppo curato e dal sapore ruvido – un po’ affumicato come quello di certi whiskies – ma con angoli affascinanti da carpire qua e là, sull’ampio lungomare e fra le numerose imbarcazioni ormeggiate nel porto; fra gli edifici vittoriani di un’eleganza un po’ sfiorita mescolati con disinvoltura a negozi dismessi e a case grigie dall’aria vissuta. Circondata da scenografiche colline e situata in una profonda baia divisa dalla DAAVAR ISLAND, la città si chiamava in origine Kinlochkilkerran e fu ribattezzata “Campbeltown” nel corso del XVII secolo per rendere onore al capo del CLAN CAMPBELL all’epoca conte di ARGYLL. L’isolotto di DAAVAR emerge dal mare come un lembo di terra brulla e ricurva che in autunno si tinge di rosso ogni volta che viene colpito dal sole; una diga lo collega alla città e durante la bassa marea lo si può raggiungere a piedi percorrendo una lingua di ghiaia detta DHORLINN, magari per visitare la grotta che si apre nella sua parte meridionale e ammirare al suo interno il dipinto che l’artista locale Archibal McKinnon realizzò nel 1887 su una delle pareti (peccato davvero non averne avuto il tempo!!!!!!)
Ma sono le sue 34 distillerie, chiuse da tempo e ormai quasi tutte sparite, ad avere dato lustro in passato a CAMPBELTOWN, un tempo considerata la “capitale mondiale del whisky”. Oggi ne restano soltanto tre: la GLEN SCOTIA, la GLENGYLE e la più famosa SPRINGBANK fondata nel 1828 e orgogliosa di essere tuttora indipendente dai grandi gruppi e di appartenere a una sola famiglia scozzese. Una visita ai suoi cortili straripanti di barili accatastati è un must non solo per ogni appassionato di whisky, ma per chiunque sia curioso di tipicità scozzesi. Vale anche la pena fare un salto al rifornitissimo “WHISKY BAR” dell’Hotel Ardshiel e, se ne resta il tempo, si può dare un’occhiata veloce alla CAMPBELTOWN PICTURE HOUSE, il cinema in stile ART NOUVEAU appositamente disegnato nel 1913 da Albert V Gardner di Glasgow: ubicato sul lungomare e ristrutturato di recente è oggi registrato come “edificio di interesse storico nazionale”
4 – SOUTHEND e la DUNAVERTY BAY
Una volta lasciata CAMPBELTOWN imbocchiamo la strada che corre deserta in direzione sud fino alla DUNAVERTY BAY fra paesaggi rurali di sublime bellezza in cui il verde brillante dei prati si tinge qua e là di pennellate calde facendo a gara con il blu del mare a chi risplende di più nel tiepido sole autunnale. Tutt’intorno un morbido saliscendi di dolci colline cosparse di pecore come tanti puntini candidi e fattorie isolate circondate da muretti a secco e riposante silenzio. Dopo dieci miglia di natura solitaria, il villaggio di SOUTHEND sembra sbucare all’improvviso dal nulla… è sì minuscolo, ma dispone di un grazioso hotel e di una bottega di generi alimentari con annessa sala da tè, la MUNEROY STORES & TEAROOM, costruita alla fine degli anni ’40 e riaperta in anni recenti; divenuta celebre per le sue fantastiche torte servite in porzioni giganti (purtroppo chiusa al nostro passaggio)
Appena più in là ecco rivelarsi ai nostri occhi la favolosa distesa di sabbia della DUNAVERTY BEACH, peccato che ad annunciarla a distanza sia la mole consunta del KEIL HOTEL, costruito nel 1939 giusto in tempo per essere requisito e adibito a ospedale di guerra. Riaperto come hotel dopo la fine del conflitto fu definitivamente abbandonato nel 1992 e da allora se ne sta lì in disparte, come un sinistro guscio vuoto che aspetta solo di essere recuperato oppure abbattuto. A breve distanza si possono scorgere anche i resti di quella che era un tempo la KEIL HOUSE, un imponente palazzo in stile Tudor successivamente trasformato in scuola (Kintyre College of Technology), finché nel febbraio del 1924 non fu distrutto da un rovinoso incendio.
Ma a rendere speciale la baia è soprattutto la sagoma bizzarra della DUNAVERTY ROCK con la bella casetta che vi pare incorporata, un tempo parte della locale stazione di salvataggio (a lato della casa è ancora presente la rimessa della barche) e oggi fiabesco alloggio da affittare per le vacanze. A occhio nessuno direbbe che quel promontorio dalla forma strana ospitasse in passato il DUNAVERTY CASTLE, una roccaforte risalente all’VIII secolo dopo Cristo, di cui oggi è davvero difficile immaginare l’aspetto originario! Le vicende storiche di questo castello sono molto complesse e non sempre suffragate da documenti; ma di certo confluirono qui sanguinosi conflitti con i re vichinghi, con i sovrani inglesi e con i “Lords of the Isles” (“Signori delle Isole” di origine irlandese) molto potenti da queste parti. Si dice che persino ROBERT DE BRUCE nel 1306 si fosse rifugiato fra le mura del castello, durante la fuga dai suoi nemici verso le coste dell’Irlanda. Ma il peggio doveva ancora venire. Incredibile pensare che un luogo tanto bello, remoto e inondato di pace, fu teatro nel 1647 di un evento tanto buio: il terribile massacro perpetrato dall’esercito dei “Covenanters” (quasi tutti Campbells, nemici per tradizione dei MacDonalds) guidati dal generale David Leslie ai danni dei MacDonalds e MacDougalls fedeli alla corona, che si erano rifugiati all’interno del castello e ai quali era stata ingannevolmente garantita vita salva in cambio della resa.
Ma le meraviglie della DUNAVERTY BAY non finiscono qui. Si dice che all’inizio del 563 San Colombano in persona fosse approdato su queste sponde dall’Irlanda con dodici seguaci prima di proseguire per IONA. Su un affioramento roccioso collocato circa un miglio a ovest di SOUTHEND se ne possono vedere le impronte (COLUMBA’S FOOTPRINTS) e appena più a est si trova la cappella a lui dedicata (COLUMBA’S CHAPEL); senza contare la sorgente sulla vicina collina nota come ST COLUMBA’S WELL. Ma il tempo è tiranno e siamo troppo attratti dal MULL OF KINTYRE LIGHTHOUSE che non solo richiede ancora un bel pezzo di “single track”, ma pure una bella camminata. Sono sicura che San Colombano non ce ne vorrà… gli abbiamo promesso che torneremo presto!
5 – MULL OF KINTYRE LIGHTHOUSE
Qualcuno dice che è solo un faro sperduto in fondo a una strada impossibile e che non ci sia ragione alcuna per fare lo sforzo di raggiungerlo. Ebbene, quella strada impossibile resta per me uno dei tratti più emozionanti mai attraversati. Complici forse le colline spoglie dal profilo sempre più accidentato; i colori densi dell’autunno appena iniziato, ma già così tangibile in ogni cespuglio e filo d’erba; i panorami vasti e grandiosi sotto il cielo di un azzurro limpidissimo; i cervi sbucati all’improvviso e dileguati in un boschetto di conifere; le scogliere a picco tappezzate dagli strati rossi, marroni e viola delle felci accartocciate. Sarà che arrivarci è una piccola conquista. Sarà che una volta lì il silenzio è assordante e il vento ti porta via. E sarà che laggiù, in quel faccia a faccia solitario con il Mare d’Irlanda, ti senti arrivato ai margini più estremi del mondo. Stare lì e abbandonarsi all’energia del mare è uno stato di beatitudine che vale la pena di essere vissuto fino all’ultimo secondo. Date retta a me… quelle sei miglia di curve strette e dossi ciechi bisogna percorrerle a tutti i costi!!! È lì che batte forte il cuore selvaggio del KINTYRE ed è lì che quel lembo di terra si fa grandioso, unico e indimenticabile.
Nel punto in cui la strada pubblica finisce c’è un piccolo parcheggio dove lasciare l’auto; per arrivarci occorre imboccare la deviazione sulla destra (indicata da un cartello) prima di entrare nel villaggio di SOUTHEND oppure si può proseguire verso ovest oltre il villaggio seguendo la strada in direzione opposta rispetto alla DUNAVERTY BAY (che poi si ricongiunge alla medesima “single track”). Dal parcheggio comincia la lunga discesa a piedi: la strada è asfaltata, ma raggiungere il faro non è uno scherzetto e di certo non è per tutti; ma fiato e ginocchia permettendo, si può e si deve assolutamente fare!!! Che si trattasse di un faro speciale si era già capito, ma è anche uno dei più antichi e remoti di Scozia… per essere precisi è il secondo voluto dai “Commissioners of the Northern Lights” e progettato da THOMAS SMITH (dopo quello d KINNAIRD) che lo completò nel 1788. Intorno al 1820 fu ricostruito e solo nel 1906 fu dotato di luce lampeggiante (fino ad allora la lampada era fissa). Dal 1996 è completamente automatizzato. Un cancello chiuso impedisce l’ingresso ai visitatori, ma trovarsi al suo cospetto, circondati da scogliere mozzafiato spazzate dal vento e battute da onde fragorose, resterà un’esperienza indimenticabile per chiunque abbia la costanza di spingersi fin lì! Calcolate una mezz’ora circa per la discesa e poi una quarantina di minuti per risalire… gli splendidi panorami e l’atmosfera fuori dallo spazio e dal tempo di questo angolo estremo di Scozia ripagheranno ampiamente la fatica!
6 – SKIPNESS
Arriviamo a SKIPNESS in un fantastico giorno di sole, purtroppo l’ultimo della nostra vacanza. Ad accoglierci è l’atmosfera fiabesca di un paesino di poche case allineate lungo il KILBRANNAN SOUND: un torrente, un vecchio ponte in pietra e una fila di cottage affacciati sui possenti panorami del nord di ARRAN. Siamo sulla costa orientale del KINTYRE e rispetto al lato ovest la sensazione di trovarsi in un luogo remoto si fa se possibile ancora più forte. A percorrerne l’intera lunghezza fino a CAMPBELTOWN è una SINGLE TRACK di quelle toste, ma generosa di panorami che ti scavano un solco dentro al cuore. Da KENNACRAIG tagliamo la penisola verso est e sbuchiamo più o meno nel punto in cui un ferry della CALEDONIAN MACBRYNE fa la spola fra CLAONAIG (KINTYRE) e LOCHRANZA (ARRAN). Svoltiamo quindi a sinistra e, oltrepassato il villaggio di SKIPNESS, seguiamo le indicazioni per lo SKIPNESS CASTLE. Dopo avere lasciato l’auto nell’apposito parcheggio e percorriamo il viale alberato che conduce al castello… meraviglioso in quel suo accenno di colori autunnali! L’antico maniero ci appare solitario e severo su un immenso prato verde; da un lato, il caratteristico edificio che ospita la rinomata SKIPNESS SEAFOOD CABIN (mannaggia, chiusa per il fine stagione!); dall’altro, in lontananza, il piccolo cimitero e i muri consumati dal tempo della KILBRANNAN CHAPEL; di fronte a noi, lo spettacolo maestoso delle montagne di ARRAN che emergono misteriose dal blu del mare. Su tutto, una brezza fresca e dolcissima che ci accompagna in quello scenario di una bellezza armoniosa e dirompente che nessuna foto potrà mai rendere…è tutto così incredibilmente perfetto, così speciale! Unico. Irripetibile. Un sogno ad occhi aperti da cui non ci vorremmo mai risvegliare!
UN ACCENNO DI STORIA…
Il CASTELLO di SKIPNESS fu costruito all’inizio del XIII secolo dal Clan MacSween ed era in origine un semplice edificio fortificato a due piani che venne poi ampliato nel corso dei secoli successivi. Entro il 1290 la proprietà del castello passò nelle mani dei MacDonalds che lo fecero in gran parte ricostruire. La torre originaria fu mantenuta ma con l’aggiunta una nuova cortina muraria che potesse contenere le nuove strutture. Dopo la caduta del potere dei MacDonalds, alla fine del XV secolo i Campbells entrarono in possesso del castello e apportarono ulteriori importanti modifiche, fecendo inglobare l’edificio originario a due piani nella più grande casa-torre che ancora oggi domina il sito. Dopo varie vicende sopravvenute durante la Guerra dei Tre Regni (War of Three Kingdoms) all’inizio del ‘700 il castello fu abbandonato e solo alla fine dell’800 le sue rovine cominciarono ad essere apprezzate per il loro valore storico. Assolutamente stupendo il panorama a 360 gradi che si apre dalla cima della torre che per nostra grandissima fortuna era aperta, nonostante sul web ne fosse riportata la chiusura per i mesi invernali già a partire dal primo ottobre… stare lassù in un limpido giorno di sole è un’esperienza esaltante che non si può davvero spiegare!!!! Con una breve e rilassante passeggiata si giunge alla KILBRANNAN CHAPEL (nota anche come ST BRENDAN’S CHAPEL), un’affascinante cappella medievale circondata da un piccolo cimitero, giusto a due passi dal mare. Costruita fra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, è un angolo di pace assoluta, perennemente presidiato da un esercito di pecore!
7 – SADDELL BAY
Nessun cartello la indica, dunque fatichiamo un po’ a scovarne l’accesso. Di fatto la BAIA DI SADDELL appartiene al SADDELL ESTATE, una fantastica tenuta comprendente un castello, cinque case, l’intera baia e l’antico bosco di faggi che la circonda. Il fortunato possessore è “THE LANDMARK TRUST“, un ente di beneficenza che salva edifici d’interesse storico altrimenti destinati alla rovina, abbastanza generoso da concedere al pubblico il libero accesso alla spiaggia purché l’auto venga lasciata nell’apposito parcheggio esterno alla tenuta per procedere a piedi lungo l’ombroso viale d’accesso. Il castello, un’austera casa-torre risalente all’inizio del ‘500, sorge direttamente sulla spiaggia, di fianco alla foce di un piccolo fiume e può vantare splendide vedute sull’isola di Arran e sulla costa del Kintyre da ogni finestra dei suoi quattro piani. Tutte le case all’interno della tenuta – castello incluso – possono essere affittate per le vacanze in regime di self-catering; ma a farci venire fin qui non sono il castello, le case o il magnifico panorama, quanto la leggenda che permea ogni granello di questa spiaggia appartata, dove il grande Paul MacCartney nel lontano 1977 gridava al mondo il suo amore per questa straordinaria e sperdutissima parte di Scozia.
Ci arriviamo che è ormai pomeriggio inoltrato mentre il cielo comincia a farsi scuro e non solo per via dell’ora. C’è aria di pioggia, ma la spiaggia è inspiegabilmente luminosa. In quella calma infinita e nella luce argentea che inonda la baia mi sembra di sentire la voce di Paul mescolarsi al fragore delle onde mentre la “CAMPBELTOWN PIPE BAND” fa il suo ingresso solenne spargendo note gravi nel vento
Quarant’anni abbondanti sembrano non essere mai passati.
Oh Mull of Kintyre, il mio desiderio è di essere sempre qui.
DOVE DORMIRE
Sono due le strutture in cui abbiamo pernottato e da cui ci siamo mossi alla scoperta del KINTYRE, rispettivamente all’andata e al ritorno da Islay:
– KILFINAN VIEW B&B una semplice e accogliente casetta bianca, lungo le sponde meridionali del LOCH FYNE qualche chilometro a sud di ARDRISHAIG, un villaggio peraltro bruttino che mai troverete sulle guide turistiche! Tecnicamente non siamo ancora entro i confini del KINTYRE che inizia di fatto a sud di TARBERT, ma la posizione strategica di questo b&b ci ha permesso di arrivare in giornata direttamente da Edimburgo e di muoverci poi agevolmente fino al MULL OF KINTYRE il giorno successivo. La nostra stanza – luminosa, pulitissima e ben accessoriata – ci ha regalato sonni tranquilli e bellissime vedute del fiordo. La scelta per il breakfast è davvero ampia e va comunicata a Mandy, la gentilissima proprietaria, compilando un modulo la sera precedente. Assolutamente consigliato anche per il buon rapporto qualità/prezzo.
– ASHBANK HOTEL avete presente quei piccoli e meravigliosi hotel di campagna che solo in Scozia (beh dai… qualcuno anche in Inghilterra!) riescono a sopravvivere? Ecco, l’ASHBANK si trova a CARRADALE, lungo la splendida costa est del KINTYRE ed è una di quelle adorabili strutture che spuntano qua e là nei luoghi più remoti, dove si viene accolti con calore dai proprietari e in cui ci si sente subito calati in una piacevolissima atmosfera d’altri tempi! Le stanze, pur piccoline, sono state rinnovate di recente e offrono tutti i comfort di un qualsiasi hotel moderno. La colazione è ottima e abbondante, preparata con ingredienti locali di prima qualità è servita in porzioni veramente difficili da affrontare! Anche il ristorante è davvero niente male e offre piatti semplici e genuini a prezzi contenuti.
DA NON PERDERE SE SIETE APPASSIONATI DI WHISKY:
Con una lista di whisky in continua e crescente evoluzione, il bar dell’Ardshiel è una vera delizia per gli occhi e il palato di ogni appassionato di whisky ed ha vinto nel corso degli anni titoli prestigiosi come “Wee Dram Whisky Bar of the Year” e “Scottish Field Whisky Bar of the Year”. Sono oltre 700 i SINGLE MALTS fra cui scegliere, spesso rari ed esclusivi, che attirano qui ogni anno visitatori da ogni parte del mondo. Una tappa da non perdere!!!
6 Comments
Beatrice
30 Ottobre 2019 at 7:44Quando lavoravo nella guesthouse di Oban i proprietari mi parlavano spesso del Kintyre perchè, in passato, vivevano proprio li. La loro amica Mary, una anziana signora arzilla e molto affettuosa, faceva l’infermiera e si occupava di tutti i piccoli villaggi lungo la costa ed era un lavoro enorme, visto che l’unico ospedale più vicino era quello di Glasgow! Da come me lo raccontavano, me lo sono sempre immaginato come un luogo magnifico, fatato, fuori dal mondo. Le tue parole e le tue fotografie Ilaria non fanno che confermarlo! Che splendore! Mi sa lo aggiungo subitissimo alla lsita dei prossimi viaggi 😉
ilaria
31 Ottobre 2019 at 14:01Eh sì Bea, è una parte di Scozia davvero incantevole e posso immaginare quanto resti nel cuore di chi ci abbia vissuto! Figurarsi che è rimasta anche nel mio che ho trascorso lì soltanto un paio di giorni!!! Ti consiglio di andarci assolutamente, l’atmosfera è del tutto particolare ed ha superato ogni mia aspettativa. Ora capisco perché Paul MacCartney abbia scelto, tanti anni fa, di comprare una fattoria proprio qui! Grazie per avere letto l’articolo e per avere lasciato un commento. Un abbraccio
Teresa
30 Ottobre 2019 at 10:39Grazie mille!
Sempre splendida descrizione
Teresa
ilaria
31 Ottobre 2019 at 14:04Grazie a te Teresa che passi sempre a leggere i miei articoli! Un abbraccio
antonella gorini
2 Novembre 2019 at 13:46Ciao Ilaria!
E’ sempre un piacere leggerti, guardare le foto poi ti fa venir voglia di partire subito…
Grazie sempre !!! Un bacione
ilaria
2 Novembre 2019 at 17:56Ciao Antonella, se per te è un piacere leggermi, per me è sempre un grandissimo piacere trovare qui i tuoi commenti!!! Grazie per l’assiduità con cui mi segui, sono contenta che i miei racconti e le mie foto ti invoglino a partire di nuovo per la Scozia… chissà, magari un giorno ci tornerai, già quest’anno ci sei andata molto vicino!!! Un abbraccio