Gran Bretagna Isola di SKYE Scozia

Diario di viaggio – Avventura d’inverno nelle HIGHLANDS SCOZZESI (Parte Seconda))

Il ponte per Skye è lì davanti a noi. Un sottile arco di cemento diretto al paradiso.
Partendo da Killin e scivolando senza fretta attraverso la vallata leggendaria di Glencoe, eccoci infine arrivati quassù, al cospetto di una striscia di mare lucente che ci separa dal profilo seducente dell’isola più famosa di Scozia. Al volante c’è sempre lui, il driver più inossidabile delle Highlands, che guida ormai dal mattino senza battere ciglio. Adesso però che la luce va giù, niente più soste né deviazioni… è giunto il momento di attaccare il turbo, resistere ad ogni tentazione e filare spediti verso la meta! Una volta superato il ponte, raggiungiamo velocemente BROADFORD, il secondo villaggio dell’isola dopo PORTREE, non certo il più pittoresco, buttato com’è un po’ a casaccio lungo la strada, senza un vero centro, su un’ampia baia che non lascia ancora presagire la straordinaria bellezza dell’isola. Procediamo verso nord, fra paesaggi grandiosi che già ben conosciamo, ma che ritroviamo ogni volta con immutato stupore… siamo alla visita numero tre, più una quarta di passaggio, ma potrebbe essere pure la centesima che l’effetto non cambia: l’ingresso a Skye ci regala sempre quel senso di euforia che toglie le parole… che accelera i pensieri e il battito cardiaco! La sola vera novità è che si tratta della nostra prima visita invernale. Che poi qui – qualunque sia la stagione – basta una nuvola, una folata di vento, un raggio che sbuca in modo improvviso, per trasformare il paesaggio e dipingere nell’aria suggestioni mai viste. Di neve purtroppo neanche l’ombra, ma quei colori aspri e la pace irreale che avvolge ogni cosa ci ricordano che siamo pur sempre a febbraio!
Arriviamo a Portree che è già notte, o almeno così sembrerebbe. Di gente in giro se ne vede ben poca,  in compenso notiamo un gran numero di cartelli “NO VACANCIES” sulle porte e nei giardini dei bed&breakfast… non che l’isola sia piena di turisti, beninteso, forse piuttosto un espediente per evitare il più brutale “CLOSED”. In effetti, mica è stato facile trovarne uno aperto, ma alla fine ce l’abbiamo fatta: ad ospitarci sarà la COOLIN VIEW GUEST HOUSE, una bella casa a due piani lungo la Bosville Terrace, una strada (il nome lo dice) che è una specie di terrazza panoramica che si affaccia dall’alto sul porticciolo di PORTREE. Al nostro arrivo ad accoglierci non c’è nessuno, solo una busta lasciata all’ingresso con le istruzioni per un “self check-in” rapido e indolore… stavolta per noi niente caldo benvenuto scozzese, ma quella fantastica location, da sola, ci basta e avanza! La nostra stanza è al primo piano, in cima a una ripida rampa di scale, e pur piccola che sia, la adoriamo all’istante: semplice ma linda e accogliente, e non mancano fra l’altro alcune chicche… UDITE UDITE, nel bagno c’è persino il miscelatore (una vera rarità in Scozia!!!) e, cosa mai successa prima, abbiamo in dotazione una vera macchinetta per caffè espresso!!! La vista sul porticciolo è semplicemente da urlo… cosa potremmo mai volere di più???
Doccia, cena e prima notte a Skye. Ohhhh quante cose mi frullano in testa per il giorno seguente! Meteo permettendo, vorrei farle tutte, dalla prima all’ultima… il difficile è stabilire da che parte cominciare!

La nostra deliziosa guest house a PORTREE

La nostra deliziosa finestra (room n.6)

 

22 febbraio
Le previsioni meteo ci avevano in effetti messo in guardia allarmandoci pure un po’… ed infatti il vento arriva che sembra un uragano, svegliandomi nel pieno della notte, urlando e scuotendo così forte i vetri della stanza che temo seriamente per l’incolumità nostra e della casa, oltre che della povera auto a noleggio parcheggiata lì sotto, a fianco di un’insegna metallica che oscilla e stride in modo inquietante. Sto lì rannicchiata nel letto, immaginando già pezzi di cornicione, tegole volanti e alberi sradicati… ahhh quel vento che ulula e non si quieta, me l’ero dimenticata di quanto le “gales” invernali potessero farsi furibonde ed ora mi prende quel tantino di sano terrore! Venire su un’isola scozzese nel pieno dell’inverno… complimenti, un’idea davvero geniale!!!!!!
Ma, se Dio vuole, la mattina arriva. Appuriamo che la casa è ancora intera e che anche gli alberi sono ancora lì al loro posto; il vento non si è placato per niente, ma almeno ha abbassato la voce e la luce rende tutto meno spaventoso! A darci il buongiorno ci sono quel cielo, quei colori, quel silenzio ovattato che il vento non fa che amplificare e quelle belle casette colorate che ci salutano dal porto con un sorriso… idea geniale sì concederci un break invernale a Portree! C’è così tanta bellezza, lì, tutta per noi, e poi in fondo anche al più terribile vento scozzese ci si fa presto l’abitudine… e  QUASI non ci si bada più!!!
Facciamo colazione nel piccolo ristorante annesso alla guest  house e poi partiamo in picchiata per la TROTTERNISH PENINSULA. Abbiamo in programma il giro completo, vedremo poi strada facendo cosa ci concederà di fare sua maestà il vento e in quale punto preciso il buio arriverà a dirci “STOP per oggi basta!”

Lo STORR così come appare alle spalle del Loch Fada

TROTTERNISH PENINSULA
Lasciamo Portree sotto un cielo instabile che accumula nuvole di minuto in minuto. Lo scrutiamo speranzosi senza scovare la minima traccia di blu, ma per nostra fortuna le nubi sono alte e la visibilità è comunque ottima. Spostandoci verso nord la strada si fa sempre più stretta e tortuosa e la vediamo dileguarsi in lontananza fra i paesaggi gloriosi e inconsueti dello STORR. Superiamo la massa scura del LOCH FADA, oltre il quale ci appare lui, il celebre OLD MAN, un dito di roccia che svetta sulla cima di un’imponente scarpata basaltica. Arrivare a toccarlo è la missione numero uno della giornata, così, lasciata l’auto nell’apposito parcheggio, gambe in spalla e si parte! Il sentiero procede in salita, a tratti impegnativa anche se mai eccessivamente faticosa, su terreni spogli e accidentati che regalano panorami via via più immensi, unici e spettacolari. In circa 40 minuti siamo in cima, fra aguzzi pinnacoli rocciosi, verdi scarpate scoscese e panorami che abbracciano l’immensità del mare. Il vento soffia implacabile costringendoci alla massima cautela; siamo in balìa di raffiche improvvise che superano gli 80 chilometri orari e che rendono difficile anche solo stare in piedi. Un cartello nei pressi dell’OLD MAN ci sconsiglia a chiare lettere di proseguire… vorrei tanto trasgredire e lasciarmi inghiottire dal mondo misterioso che sta oltre quelle rocce scure, ma le condizioni meteo invitano alla prudenza e l’occhiata che mi lancia mio marito è assai eloquente… ho già capito che mi tocca desistere!

OLD MAN raggiunto a dispetto del vento furibondo!!!!

 

Una volta tornati a bassa quota riprendiamo l’auto per fermarci poco dopo alle LEALT FALLS. Il massimo sarebbe scendere fino al mare e ammirare la cascata da giù;  per ragioni di tempo e di fiato ci accontentiamo invece delle apposite piattaforme panoramiche allestite a lato parcheggio e frequentate, guarda un po’, da simpatiche pecorelle. Dalla piattaforma più bassa uno scorcio suggestivo si apre sul LOCH CUITHIR e su alcuni resti d’archeologia industriale legati all’estrazione e alla lavorazione della DIATOMITE, una roccia silicea sedimentaria formata dal residuo fossile di microscopiche alghe millenarie, in passato utilizzata soprattutto per produrre dinamite.

I panorami circostanti le LEALT FALLS

 

Una cascata ben più impressionante ci attende appena più a nord. È la famosa KILT ROCK, uno scroscio d’acqua alto circa 50 metri che scende a precipizio in mare lungo una parete verticale che ricorda vagamente le pieghe di un kilt. Una volta scattate le foto di rito, ci dirigiamo verso la baia di STAFFIN, ignorando sulla sinistra la deviazione che sale tortuosa al QUIRAING e continuando invece a viaggiare verso nord, fra scenari sempre più solitari e quasi surreali, lasciandoci alle spalle le rovine del DUNTULM CASTLE, fino a giungere a KILMUIR, un insieme sparpagliato di case rurali e piccole fattorie perse in un nulla che ci scioglie il cuore.

KILT ROCK (Mealt Falls)

 

In viaggio verso KILMUIR

La tomba di FLORA MACDONALD nel Kilmuir Cemetery

 

Alcuni cottage da sogno persi nel nulla della zona di Kilmuir…

 

Lo SKYE MUSEUM OF ISLAND LIFE è chiuso per la stagione invernale, così ci dedichiamo subito al KILMUIR CEMETERY, dove rendiamo omaggio alla tomba di FLORA MACDONALD, l’eroina giacobita che sostenne BONNIE PRINCE CHARLIE e i suoi tentativi di ripristinare gli STUART sul trono di Scozia. Il vento continua a essere così agguerrito che torniamo di corsa a rifugiarci in auto, rinunciando a una visita più approfondita; riprendiamo quindi il nostro giro spostandoci ora verso sud ovest, in direzione della baia di UIG. Vento o non vento, per niente al mondo possiamo perderci il QUIRAING! Così, poco prima di raggiungere la baia, svoltiamo a sinistra imboccando la single track che taglia verso est e che – fra buche, dossi e curve strette – sale verso l’altopiano più famoso di Scozia. Lo spettacolo si fa grandioso ancor prima di raggiungere la cima, fra distese sconfinate che immagino già in un’esplosione di viola una volta che l’erica sarà fiorita! Poi, arrivando al parcheggio… SORPRESAAA… cose incredibili che succedono solo in Scozia!!! Ecco una TEAROOM ambulante sbucata dal nulla, nella forma di un furgoncino d’epoca che pare arrivato fin lì appositamente per scaldarci le ossa! Sono le quattro del pomeriggio ma, non avendo pranzato, optiamo per una bella zuppa bollente, che un’anziana signora preleva da un gran pentolone mentre il marito trita con cura un ciuffetto di prezzemolo per guarnirla. La buttiamo giù ustionandoci pure un po’… è così buona, ma dobbiamo fare prestooo… il cielo si è schiarito, ma la luce non durerà ancora per molto, il QUIRAING è lì davanti a noi e sarebbe un delitto non percorrerne almeno un pezzetto! I panorami sono incredibili, straordinari, pazzeschi e superano ogni umana immaginazione… arrampicarsi su e giù per quel sentiero, fra creste, scarpate e grandi speroni rocciosi, in beata solitudine, che pare di essere su un altro pianeta,  è un’esperienza che ti segna per sempre! Ma ormai è buio ed è tempo di tornare al parcheggio, riprendere l’auto e rientrare a Portree. Dopo tanta natura e metri cubi di vento, il calore ritemprante della nostra stanzetta non è che l’ennesimo infinito piacere della nostra prima giornata a Skye!

I paesaggi ultraterreni del QUIRAING

 

23 febbraio
A farci da sveglia è sempre il vento che anche per oggi non ha la minima intenzione di schiodarsi dall’ovest e tantomeno dalle isole! Attraverso la finestra scrutiamo le casette variopinte giù al porto e poi il cielo, nascosto da una coltre di nuvole così spessa che ci aspettiamo spari pioggia da un momento all’altro. Usciamo dal b&b e ci infiliamo nella porta accanto per il breakfast senza nemmeno indossare una giacca… se non fosse per quel diavolo di vento, la temperatura si direbbe quasi primaverile! Ma oggi il vento non perdona e scuote con violenza le folte chiome dei pini marittimi che incorniciano la baia, mentre le prime gocce cominciano inevitabilmente a scendere. È bassa stagione ed è pure lunedi, il giorno libero dello chef, così la colazione non è proprio il massimo, esattamente come il meteo che nel frattempo peggiora… ora ha preso a scendere una pioggerella noiosa che, secondo le previsioni, si esaurirà soltanto in tarda mattinata. Rimandiamo quindi a più tardi le attività all’aperto e, come prima cosa, optiamo invece per un salto in distilleria. D’altra parte, con un compagno di viaggio pazzo per ogni sorta di Scotch Whisky, come potremmo dimenticarci della TALISKER DISTILLERY? La raggiungiamo in mezz’ora abbondante, scegliendo di percorrere la single track che da Portree taglia in direzione ovest, serpeggiando per miglia nel nulla assoluto per sbucare a BRACADALE. Proseguiamo quindi per CARBOST, un villaggio di “quattro” case e di poche anime affacciato su un fiordo silenzioso, dominato dal grande edificio bianco e dall’alta ciminiera della TALISKER. È lì che si produce un Single Malt torbato per veri intenditori… complesso, gagliardo e spigoloso come la terra meravigliosa che lo genera. Purtroppo il ciclo produttivo è fermo e riprenderà solo a marzo; nei magazzini ci sono lavori in corso e le visite guidate sono sospese. Ci limitiamo quindi ad ammirare le bellissime foto, gli arnesi legati alla produzione della “uisge beatha”, i gadget e le tante bottiglie racchiuse in astucci accattivanti, esposte nel VISITOR CENTRE.

TALISKER VISITOR CENTRE

 

E aspetta e aspetta, ma le condizioni meteo non migliorano granché. Decidiamo comunque di partire alla volta della penisola di WATERNISH, una piccola lingua di terra protesa nel “MINCH”, l’ampio canale che separa Skye dalle Ebridi Esterne, a nord di Dunvegan. C’è chi si spinge fin lì in cerca di una dose di tranquillità anche in alta stagione, oppure per bersi una pinta o mangiare un boccone alla STEIN INN, la più antica locanda di Skye; o ancora, per concedersi un pasto gourmet al LOCH BAY, uno dei ristoranti più rinomati e raffinati dell’isola. Lo stesso villaggio di STEIN è una piccola delizia da non mancare: cottage bianchi da fiaba a far da contrappunto al blu del mare, che dall’alto della strada principale balzano all’occhio al centro di una baia sonnecchiante, come un luogo incantato dimenticato lì dal tempo e dal mondo. Svoltiamo a sinistra per raggiungere il porticciolo, dove parcheggiamo la nostra auto alla fine della strada, oltre l’ultimissima casa. In giro non c’è nessuno e a farci compagnia è solo il vento che soffia furioso, che ci sospinge e ci strattona, colpendoci di continuo con raffiche raggelanti, mentre gironzoliamo facendo il pieno di suggestivi dettagli…  imbarcazioni a riposo, nasse accatastate, giardinetti affacciati sul mare e – a decorare le case sul lato opposto della strada – botti, panchine di legno e piccole fioriere a tema marinaro. Gli scorci sono intensi e indimenticabili nei colori lividi dell’inverno e ci scaldano il cuore. Il corpo però è ormai mezzo assiderato e quel vecchio pub ci chiama a squarciagola. Dentro c’è il calore meraviglioso degli ambienti autentici, del fuoco che arde, dei vecchi ninnoli messi lì a raccontare piccole storie del passato, delle chiacchiere dei “locals” seduti al bancone del bar, del cibo semplice e sostanzioso da consumare senza fretta, scrutando il mare agitato, attraverso finestre che si aprono dentro a muri spessi. Un posto dove si dimentica il prima e il dopo e dove si resta in completo relax, a gustare il sapore semplice della felicità.

Quanto calore dentro la STEIN INN!!!

 

Ma non saremo mica matti a farci mancare un altro po’ di vento sulla pelle!!!!! Così, abbandonato il caldo buono di quel rifugio, puntiamo velocemente all’ARDMORE POINT, un fantastico punto panoramico purtroppo offuscato dalle nuvole, prima di scivolare in auto verso NEIST POINT, dove un bellissimo faro segna il punto più a ovest di Skye. Fin lì ci siamo arrivati, ma sembra che il vento abbia deciso di mettere fine al mondo proprio qui, proprio oggi… aprire la portiera dell’auto richiede uno sforzo sovrumano e di mantenere l’equilibrio manco se ne parla! Lottiamo per guadagnarci il punto d’osservazione migliore lungo la scogliera davanti al parcheggio. Il cielo si sta schiarendo ed è perfettamente asciutto, eppure sentiamo pioverci addosso acqua a volontà, mentre avanziamo su quel terreno inzuppato come fosse un campo minato! E certo… il vento ha deciso che per oggi i ruscelli tornano indietro e le cascate “cascano in su”, più precisamente su di noi, come una doccia dal getto gelido e potente!!!
E chi ce la fa ad estrarre il telefono per fare foto??? Persino la mia reflex traballa che è un piacere! Il reportage fotografico non sarà un granché e noi saremo pure dei pazzi furiosi… ma ad esaltarci c’è la bellezza intrinseca, la suggestione profonda, il disperato senso di precarietà e vertigine di quel puntino bianco aggrappato al margine di una lunga scogliera appuntita!
Ed è quella magica visione che mi rimbalza dagli occhi al cuore e dal cuore agli occhi, mentre mi scaldo le ossa e riordino i pensieri godendomi una doccia – stavolta bollente – nella calda tranquillità del nostro nido a Portree.

ARDMORE POINT – Waternish Peninsula

 

A spasso nel vento a WATERSTEIN HEAD (Neist Point)

 

24 febbraio
Il vento se n’è andato trascinando con sé tutte le nuvole e lasciandoci in dono una mattina limpida e calmissima, con un tocco di rosso rimasto nel cielo a beneficio di noi dormiglioni. Il porticciolo è uno spettacolo meraviglioso dove tutto risplende e sembra dipinto, ma ahimè, è il nostro ultimo giorno a SKYE, il penultimo in Scozia (per questo giro eh!) così dopo il breakfast salutiamo la nostra stanzetta e carichiamo i bagagli in auto. Ma prima di lasciare Portree ci rimane da fare una cosa… scoprire dove si trovi e come sia esattamente quel luogo misterioso di cui – pensate un po’ – scopro l’esistenza solo al terzo viaggio a Skye: si chiama “THE LUMP” e pare sia un promontorio altamente panoramico, percorribile in mezz’ora soltanto… ma com’è che non ci sono ancora stata?????

THE LUMP
La passeggiata è breve, piacevolissima e alla portata di tutti. Dal porticciolo, ci incamminiamo oltre la Bank of Scotland (in direzione dell’ospedale) e poi imbocchiamo sulla sinistra uno stretto passaggio nascosto fra la GATHERING HALL e la chiesetta, proseguendo lungo un sentiero ombroso che si fa presto spettacolare. La vista è impagabile: il porticciolo e la baia di Portree ci appaiono in scorci bellissimi che si aprono fra le chiome ed i fusti slanciati di Caledonian Pines secolari. Poi, a un certo punto, ecco apparire in lontananza le cime aguzze delle Cuillin, prima di accedere sulla destra a un sentiero alberato che ci porta al cospetto di un ampio anfiteatro verde creato dall’uomo, un grande prato circondato dagli alberi e dal mare, dove ogni anno nel mese di agosto si svolgono gli Highland Games, quel fantastico insieme di gare di forza e abilità, danze tradizionali e musica di cornamuse che squarcia il cuore! Camminando in leggera salita raggiungiamo quindi la APOTHECARY’S TOWER, una torretta merlata che il dottor Alexander MacLeod fece costruire nel 1830 nel punto più alto del promontorio, per segnalare alle navi di passaggio la possibilità di rifornirsi di farmaci e di trovare assistenza medica in loco. Una scaletta metallica applicata al suo interno, ci consente di raggiungerne la cima e di godere da lì un colpo d’occhio fenomenale sull’intero villaggio, con il profilo affilato dello STORR a far capolino da dietro le case! Una volta lasciata la torre, riscendiamo nel bosco verso Portree, dove sbuchiamo da un cancello proprio di fronte al MEDICAL CENTRE … con le gambe leggere, i polmoni colmi d’ossigeno e gli occhi straripanti di meraviglia!

Postcard – A Walk Around Portree – The Lump (Artista: J. Maizlish Mole)

 

 

Ci mettiamo ora in viaggio verso la SLEAT PENINSULA, nel poco frequentato sud di SKYE. Breve tappa a SLIGACHAN per uno sguardo veloce al vecchio ponte in pietra sullo sfondo maestoso delle Cuillin e poi ancora giù, fra paesaggi che fanno sognare, magicamente illuminati da un tiepido sole invernale che ci fa desiderare ancor più intensamente di rimanere qui per sempre. E infatti restiamo a Skye un altro po’, fino all’ultimo istante possibile… la nuova “missione” è raggiungere TOKAVAIG, una frazioncina semi deserta annidata nella baia più remota che si possa immaginare,  lungo la costa ovest, nella parte meno nota di Skye e, da lì, raggiungere le scenografiche rovine del DUN SCAITH CASTLE.

L’incantevole baia di TOKAVAIG

DUN SCAITH CASTLE WALK
Nervi saldi e abilità alla guida, ecco quel che serve per raggiungere TOKAVAIG! Oltrepassata sulla sinistra la svolta per Isleornsay (fateci un salto… è una delizia!), procediamo brevemente lungo la A851 (la strada principale) prima di imboccare la piccola diramazione che parte sulla destra puntando decisamente a ovest… e ammazza, che strada!!!! La carreggiata è così stretta che già un’utilitaria ci si infila a fatica, ed è così piena di dossi e tornanti che anche lo stomaco più robusto ha buone chances di ribaltarsi. Attenzione al tratto finale: dosso ripido seguito da curva secca a sinistra, che se vai un po’ troppo allegro e non sei più che pronto a sterzare, ti ritrovi con le chiappe in fondo alla scarpata ad ammirare il mare!!! Per fortuna ci pensa il driver, che si diverte pure e gode un mondo, immaginandosi alla guida di bolidi spaziali su quelle microstrade da paura. I paesaggi intorno possiedono una bellezza “diversa” e disarmante… ci sentiamo approdati su un’altra isola, fra boschetti spogli e felci seccate dal gelo, baie remote calate in un sonno profondo, che aspettano pazientemente la primavera. Il castello sta lì in primo piano e dal punto in cui lasciamo l’auto ci sembra quasi di toccarlo. Sullo sfondo le Cuillin e il Bla Bheinn a formare uno scenario incantevole e incantato. Seguiamo una pecora che ci fa strada, passando a lato di un cottage da favola e arrivando in breve tempo al cospetto di antiche rovine abbarbicate a uno sperone roccioso, a dominare la distesa solitaria del LOCH EISHORT. Risalente al XIII secolo e collocato su un sito fortificato ancora più antico, il castello fu un tempo la roccaforte del clan MACLEOD, finché nel XV secolo divenne la sede principale dei MACDONALDS di Skye. Oggi a frequentarlo sono solo le pecore, più qualche turista impazzito che camminando sull’orlo del baratro e rischiando di brutto di rompersi l’osso del collo, ne attraversa il corridoio d’accesso dal pavimento totalmente collassato. Certo, la tentazione è forte… ma non vorrei mai un finale tragico per la nostra vacanza finora perfetta!!! Così quel panorama strepitoso preferisco ammirarlo dalla scogliera accanto, facendo il pieno dei colori intensi e dell’aria fresca e profumata di questo angolo segreto della mitica SKYE.

Le suggestive rovine del DUN SCAITH CASTLE

 

25 febbraio
Ecco il giorno che avremmo voluto non arrivasse mai… quello sempre così difficile e doloroso del distacco e del rientro in Italia! Ci svegliamo in una bella stanza ampia e luminosa presso l’ottimo SUNBANK HOUSE HOTEL di PERTH dove, viaggiando per ore da Skye, siamo arrivati la sera precedente. La nostra vacanza è ormai agli sgoccioli ma ci godiamo attimo per attimo le ultime ore di paradiso. Gustiamo ogni singolo sapore di quell’ultima colazione scozzese, servita per noi nell’elegante dining room, mentre attraverso le grandi finestre lo sguardo si perde nel cielo velato che sfuma i contorni della città…

Non è certo il giorno migliore della vacanza, ma sappiamo in cuor nostro che oggi non sarà che l’ennesimo, trepidante arrivederci.

Il Sunbank House Hotel a PERTH

 

 

 

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8 Comments

  • Reply
    Beatrice
    10 Aprile 2019 at 18:09

    Ilaria, spettacolare….non c’è davvero nulla da aggiungere, le foto parlano da sole! Mi piacciono un sacco quelle sul Quiraing e sull’Old Man of Storr! Meravigliose!!!!

    • Reply
      ilaria
      10 Aprile 2019 at 21:10

      Ciaoooo Bea, grazie davvero, confesso che con tutto quel vento fare foto decenti è stata un’impresa!!! Mancavo un po’ da Skye e devo dire che tornarci nel pieno dell’inverno è stata un’avventura davvero emozionante! La prossima volta mi piacerebbe moltissimo andarci in primavera e restarci molto più a lungo… il tempo non basta mai su quell’isola! Grazie mille per essere passata a trovarmi, un bacione

  • Reply
    luciano parenti
    10 Aprile 2019 at 21:47

    Complimenti Ilaria, mi hai fatto sognare a occhi aperti. La descrizione del tuo viaggio, vale molto più di tante guide turistiche. Mi è sembrato di starci io dietro l’oculare della tua fotocamera. Non so se mai riuscirò ad andare anch’io a Skye, ma ho quelle foto a 24 Mbyte nella mente, ed è come se fossero mie. Grazie e buona luce.

    • Reply
      ilaria
      11 Aprile 2019 at 6:58

      Grazieeee Luciano per il tuo bellissimo commento, riuscire a far viaggiare il lettore insieme a me con la fantasia è per me il successo più grande! Ti auguro naturalmente di riuscire ad andare presto di persona a Skye perché è un’isola veramente strepitosa… un vero paradiso per chiunque ami la natura e un concentrato di luoghi unici ed eccezionalmente fotogenici in cui ogni appassionato di fotografia può trovare grande ispirazione! Stavolta il vento furioso ha messo a dura prova il mio equilibrio e la mia reflex, ma ha reso la nostra esperienza ancora più straordinaria e indimenticabile! Di nuovo grazie… e alla prossima

  • Reply
    anna maria
    15 Aprile 2019 at 6:22

    Buongiorno, grazie di avermi fatto sognare, la scozia ti entra nel cuore e non te ne accorgi, posso disturbarti per qualche consiglio di viaggio visto che volevo organizzare per l’anniversario del matrimonio Ti ringrazio

    • Reply
      ilaria
      15 Aprile 2019 at 14:10

      Ciao Anna Maria, certo che puoi, sarò felice di aiutarti! Grazie per essere passata di qui e chiedi pure… a presto

  • Reply
    antonella gorini
    16 Maggio 2019 at 13:59

    Ciao Ilaria, grazie per avermi fatto rivedere e rivivere molti dei luoghi e situazioni delle mie due volte su Skye.
    Ricordo, come fosse ora, la difficoltà nell’aprire la portiera della macchina per via del vento furioso, ricordo la nebbiolina che avvolgeva ogni cosa e m’impediva di vedere una delle immagini iconiche dell’isola di Skye, il meraviglioso promontorio di Nest Point e poi il delizioso villaggio di Stein, con il fantastico ristorante Loch Bay …
    Grazie per le bellissime foto e per saperci sempre portare con te nella tua Scozia!
    Un abbraccio

  • Reply
    ilaria
    19 Maggio 2019 at 15:54

    Grazie a te Antonella che mi segui sempre con tanto entusiasmo! Eh sì, il vento può essere davvero scatenato in Scozia, peccato che nel tuo caso non abbia spazzato via la nebbiolina e reso visibili i meravigliosi panorami di Skye!!! Ma sarà per la prossima volta… anche la nebbia ha il suo fascino e regala spesso suggestioni indimenticabili!

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