Gran Bretagna Scozia

SCOZIA SEGRETA – l’isola di RAASAY e la CALUM’S ROAD

C’è una strada in Scozia diversa da tutte le altre.
Non perché sia più bella, più lunga, più impervia o più spettacolare, ma perché in poche ma interminabili miglia racchiude la forza prodigiosa di un paio di braccia e del più tenace spirito scozzese.
Una strada che porta il nome di un uomo e che continuerà nel tempo a celebrarne la tempra. Percorrerla è viaggiare attraverso la realizzazione del suo sogno, percepire ogni goccia di sudore e tutta la fatica che quel sogno ha comportato; è sentirsi addosso l’incredulità, la gioia profonda, il senso di conquista, l’esaltazione di una grande scommessa giocata, sofferta e infine vinta.
La CALUM’S ROAD è molto più di una strada.
È una storia di vita. Una storia straordinaria che ora proverò a raccontarvi.

MA DOVE SI TROVA LA CALUM’S ROAD?
Siamo nella parte più remota dell’isola di RAASAY, così vicina a SKYE che rivolgendo lo sguardo a ovest pare di poterne toccare le sponde, eppure così distante per caratteristiche fisiche ed atmosfera. Da un lato, i paesaggi epici, spettacolari e quasi ultraterreni che fanno di Skye una delle attrazioni turistiche più ambite di tutta la Scozia; dall’altro, la bellezza senza clamore e la quiete profonda di RAASAY un lembo di terra spoglia – straordinaria nella sua semplice e pacata autenticità – che difficilmente qualcuno si da la pena di inserire nel proprio itinerario scozzese!
Il viaggio per raggiungerla inizia a SCONSER, una piccola comunità rurale adagiata sulla sponda meridionale del LOCH SLIGACHAN e attraversata dalla A87, la strada principale di Skye che dal ponte sale verso il nord dell’isola. A formarla qualche piccola fattoria e attraente cottage sparsi fra paesaggi da sogno, con l’aggiunta di un piccolo molo, punto d’attracco dei traghetti della CALEDONIAN MACBRAYNE che ogni giorno fanno la spola fra Skye e Raasay. A ridosso del molo anche una tearoom nuova di zecca che nelle miti giornate estive è un invito perentorio ad accomodarsi nel piacevolissimo giardino per gustare un gelato o altre prelibatezze rigorosamente “homemade” con gli occhi puntati sullo splendido panorama, sui traghetti in partenza e in arrivo o sulle manovre di qualche pescatore pronto a salpare con la sua barchetta.

L’isola di RAASAY adagiata nel mare fra l’isola di Skye e la penisola di Applecross

“THE NOOST” la deliziosa nuovissima tearoom presso il terminal dei traghetti a Sconser

La baia d’attracco a RAASAY

 

MA CHI ERA QUESTO CALUM?
Malcom Macleod (Calum Macleòid in gaelico scozzese) nasce a Glasgow nel 1911 da genitori originari di Raasay e allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si trasferisce con la madre e i fratelli nella casa-fattoria adiacente a quella del nonno paterno nella minuscola e sperdutissima località di ARNISH nel nord di Raasay dove rimane per il resto della sua vita. Fu assistente custode locale del faro della vicina Rona e postino part-time per l’impervio nord della stessa Raasay, quella parte dell’isola totalmente fuori dal mondo dove egli stesso viveva insieme a pochissime altre anime.
Ebbene, una strada lì proprio non c’era… solo uno stretto e accidentato sentiero sterrato lanciato fra miglia di nuda brughiera! Così dopo decenni di pressanti richieste al governo da parte degli abitanti della zona – tutte invariabilmente cadute nel vuoto – Calum decise che la strada se la sarebbe costruita da solo!

Davanti a lui un territorio ostile, roccioso, praticamente “vergine”, da affrontare a suon di braccia e incrollabile tenacia scozzese. Negli inverni fra il 1949 e il 1952 era stato lui stesso con il fratello CHARLES a costruire la pista fra TORRAN a FLADDA (Eilean Fladday) per una ricompensa di 35 sterline l’anno riconosciuta a ciascuno di loro da parte del consiglio locale. Ma ora quella pista doveva diventare una vera STRADA.
Così per mezza corona CALUM si comprò un manuale, il “Road Making & Maintenance: A Practical Treatise for Engineers, Surveyors and Others” di Thomas Aitken (Londra, 1900) e nel 1964 iniziò a lavorare duramente senza più fermarsi per dieci lunghi anni fino al completamento della strada, usando poco più di una pala, un piccone e una carriola. Quelli che ancora oggi stanno lì, intorno al mitico cartello che indica l’inizio della CALUM’S ROAD.
Gli aiuti alla fine arrivarono – un compressore, esplosivi, perforatrici, blaster e uomini –
ma quella strada rimarrà per sempre la strada di CALUM, colui che per decenni l’ha sognata, voluta e infine scavata giorno dopo giorno con la forza delle sue mani guidate soltanto da una forza di volontà che ha dell’incredibile.

La nostra traversata verso RAASAY scorre rapida e indolore. Il mare è calmo e il vento soffia leggero, ma a causa delle misure anti-Covid non ci è concesso scendere dall’auto… che peccato non poter ammirare il profilo maestoso di Skye mentre si allontana all’orizzonte e quello più basso e ancora inesplorato di Raasay venirci dritto incontro in un abbraccio silenzioso!  Sbarchiamo sull’isola poco prima delle 11,00 e ci accorgiamo subito di essere approdati in un mondo “nuovo”, lontanissimo da quello che abbiamo appena lasciato; un mondo sconosciuto ai più dove il turismo è pressoché inesistente, la vita scorre ancora più lenta e tutto tace di un silenzio profondissimo che avvolge i paesaggi di un velo spesso eppure impalpabile.
A dire il vero a Raasay di tanto in tanto qualche turista arriva… o non si spiegherebbe la presenza di un bellissimo hotel, la RAASAY HOUSE, ricavato da un affascinante edificio d’epoca circondato da un bellissimo parco. Non solo ci si può dormire, ma anche semplicemente fermare per uno spuntino o per un tè da assaporare in santa pace godendo della splendida vista sulla baia e sulle sponde maestose di Skye!

In tempi assai più recenti sull’isola è stata aperta anche una modernissima distilleria – la RAASAY DISTILLERY (al nostro passaggio, ahimè, chiusa causa Covid) – che negli anni a venire attirerà certamente un numero crescente di appassionati, ma per il resto a Raasay negli ultimi cent’anni poco o nulla è cambiato e l’isola continua a sonnecchiare placidamente in un angolo di mondo dimenticato dove si giunge per trovare quiete, autenticità e rifugio sicuro da ogni frenesia. O anche solo per percorrere la CALUM’S ROAD!
Ed è proprio quella la nostra mira precisa… il super solitario nord-est dell’isola e la mitica strada di CALUM, che dal castello di BROCHEL (ebbene sì, a RAASAY c’è pure un castello, o meglio… quel che ne rimane!) porta fino ad ARNISH, il capolinea oltre il quale solo qualche sentiero si avventura in un territorio completamente selvaggio.
Dal ferry terminal all’inizio della CALUM’S ROAD sono 9 interminabili miglia attraverso scenari così spogli e desolati da lasciarci senza parole; 25 minuti buoni di sbigottimento puro mentre sobbalziamo fra dossi, curve, ancora curve e buche solo per raggiungere il nostro punto di partenza… un leggendario cartello attorniato da pala, carriola e piccone! Già questa strada ci pare pazzesca… chilometri di un nulla che rimbomba potente nel cuore mentre ci chiediamo per chi e per cosa questa lunga carreggiata deserta e dissestata sia stata costruita… e dove mai possa portare.

I sereni e solitari paesaggi dell’isola di RAASAY

 

Eccoci al cospetto delle rovine del castello di BROCHEL, mura severe che da secoli resistono all’assedio degli elementi scrutando in silenzio i superbi panorami della penisola di Applecross che emerge dal mare proprio lì di fronte. Ci fermiamo qualche istante per scendere ad ammirare da vicino quelle antiche pietre invase dall’erba e incrostate di licheni, intrise d’umidità e consumate dal tempo, poi riprendiamo il nostro viaggio… ormai ci siamo… la CALUM’S ROAD è lì che ci aspetta!

Da BROCHEL ad ARNISH: ecco la CALUM’S ROAD

Tratti della CALUM’S ROAD

 

Dal cartello ad ARNISH sono solo due miglia, ma la strada di CALUM pare un otto volante e corre, eccome se corre… come non volesse finire mai! Il driver (nonché mio marito), guidatore incallito avvezzo alle più ostiche “single track” di Scozia, mi lancia un’occhiata attonita e con tono a metà fra il compiaciuto e il rassegnato mi chiede “ma si può sapere dove cavolo vai a pescarle?!!?!?”
Una risposta non ce l’ho. O forse sì perché – ormai me ne sono convinta- credo siano i luoghi a cercare me, ad attirare in qualche modo la mia attenzione, a chiamarmi a gran voce “ehi siamo qui, devi assolutamente venire, ti aspettiamo!”. Ed è più forte di me… quella voce prima o dopo devo seguirla!

ARNISH altro non è che il luogo incredibilmente remoto dove la strada di CALUM finisce. Un cartello ad annunciare un villaggio che non c’è. Al suo posto una piccola area parcheggio e due o tre cottage nascosti dalla vegetazione. E poi un sentiero.

Perché dove la strada di CALUM finisce a iniziare è il “CALUM’S
PATH” un sentierino sterrato e per niente battuto che scende dolcemente verso il mare fino a immergersi in un bosco di faggi nativi, così fitto e aggrovigliato che pare uscito da una fiaba di fate e folletti. La voce ipnotica della risacca ci accompagna lungo tutto il tragitto sotto un cielo assonnato coperto di nuvole spesse; mentre un ruscelletto sparge intorno il suo dolce gorgoglìo. Luoghi sfuggenti, impossibili da descrivere a parole, dove la solitudine si fa abissale e il silenzio assordante. Dove pare impossibile che qualcuno abbia potuto spendere un’intera vita. Camminiamo sempre immersi in quel verde, emergendo qua e là dal bosco al cospetto di panorami bellissimi che abbracciano l’isola di SKYE e la minuscola FLADDA, l’isoletta di marea che fa da capolinea al nostro cammino, nonché luogo natale della madre di CALUM. Completiamo il nostro giro ad anello arrampicandoci lungo il ripido pendio della collina fra distese d’erica che ci arrivano a mezza coscia e poi continuando nel bosco rigoglioso, profondamente grati a questa terra che non finisce mai di stupirci e regalarci chicche inaspettate; luoghi lontani da tutto e da tutti, luoghi segreti che si offrono ai nostri occhi e ai nostri cuori nella loro più autentica e generosa interezza ❤️

Immagini della nostra meravigliosa, indimenticabile, fiabesca camminata lungo il CALUM’S PATH!

 

 

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2 Comments

  • Reply
    antonella gorini
    18 Dicembre 2020 at 20:11

    Ciao Ilaria!
    Mentre leggevo “ma si può sapere dove cavolo vai a pescarle” mi hai strappato un gran sorriso, poche righe prima mi ero chiesta esattamente la stessa cosa.
    Incredibile la forza di volontà di Calum ed ancora di più che su Raasay ci sia quel bellissimo hotel…
    E’ sempre bello leggere le tue parole.
    Un abbraccio

    • Reply
      ilaria
      19 Dicembre 2020 at 22:27

      Ciaooo Antonella, l’averti strappato un gran sorriso è il complimento più bello che potessi ricevere! Quel bellissimo hotel vale la visita a Raasay e Calum, beh, lui è semplicemente un mito!!! L’isola poi è una vera oasi di pace… quanto vorrei esserci adesso!!!!! Un grande abbraccio

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