Il nostro viaggio invernale continua così… in direzione NORD OVEST, fra sporadiche e intense schiarite, scrosci di neve, scenari grandiosi spazzati dal vento, suggestioni ed emozioni che solo la Scozia sa regalare.
Pronti a seguirci tappa dopo tappa nel cuore selvaggio delle gloriose WEST HIGHLANDS of SCOTLAND? Si parteeee!!!
12 FEBBRAIO – DALMALLY
Secondo risveglio al BEN CRUACHAN INN. Stropiccio gli occhi e osservo il grigio; lo sguardo si perde nel freddo rigore invernale che oltre la finestra riempie l’aria livida. Eppure il sole c’è, lo indovino sotto le nuvole spesse, è lì che preme chiedendo insistentemente di uscire. Lo stomaco con i suoi gorgoglii sinistri preme invece perché scendiamo per il breakfast: yogurt doppia panna, un bel porridge cremoso, uova strapazzate con dosi massicce di “smoked salmon” e poi, perché no, pure qualche “brown toast” da spalmare con burro e marmellata d’arance, quella con le scorzette che mi piacciano tanto. Incredibile quanto il mio stomaco si faccia capiente… praticamente senza fondo… sempre di più ad ogni risveglio in Scozia!
Ma ecco comparire uno squarcio d’azzurro, poi una schiarita grande come il cielo, di quelle che ti aprono il cuore. In un attimo sono fuori, macchina fotografica al collo e cuore in pieno subbuglio. La strada è deserta e un velo bianco di neve separa il grigio dell’asfalto dal blu del cielo. Il LOCH AWE HOTEL sta lì a due passi, sull’altro lato della strada e pare un castello appollaiato su un’altura, un grande rapace a riposo che scruta la scena dall’alto pronto a spiccare il volo sulle acque increspate del lago. Le rovine del KILCHURN CASTLE si stagliano in lontananza contro lo sfondo d’imponenti montagne innevate. Per ammirarlo meglio scendiamo alla fermata del treno, che si trova proprio sotto l’hotel a ridosso del lago, dove c’è anche un vecchio vagone “parcheggiato” che nella bella stagione si trasforma in un caffè. Un ponticello pedonale oltrepassa i binari permettendo di raggiungere un bel punto panoramico che la pioggia, ahimè, ha trasformato in una pozza di fango. Qualche scatto ed ecco che lo scroscio riprende… è grandine e picchia forteeee!!! Torniamo di corsa alla nostra locanda, mentre il rovescio si fa intenso e il terreno si ricopre di un manto di granelli bianchi e lucidi che la pioggia dissolve rapidamente. La nostra macchina è pronta. Noi anche. Si parte per la prossima meta senza avere la minima idea di quello che il meteo ha in serbo per noi!
KILCHURN CASTLE
Ebbene sì, uno sguardo in lontananza glielo abbiamo già dato, ma non possiamo lasciare DALMALLY senza aver prima mirato e rimirato le ammalianti rovine del KILCHURN CASTLE! Vorremmo tanto avvicinarci un po’, ma le sponde del LOCH AWE sono una specie di palude… il terreno è fradicio, il vento è scatenato e il meteo resta terribilmente instabile, così che ci tocca rinunciare alla bella passeggiata (peraltro non segnalata dalla strada) che dalla testa del lago e passando sotto il ponte ferroviario, in quaranta minuti circa porta fin sulla soglia del castello, fra l’altro visitabile senza pagare un biglietto d’ingresso.
Non rinunciamo però alla sosta fotografica presso il classico VIEWPOINT che si trova a lato della A819, la strada che collega DALMALLY a INVERARAY. Siamo completamente soli, immersi nell’incanto di un paesaggio invernale i cui colori si accendono al passaggio di un raggio di sole, facendosi vividi più che mai nell’aria pungente e rarefatta. Il castello sorge su un piccolo promontorio dove fu costruito intorno al 1450 da SIR COLIN CAMPBELL, primo signore di Glenorchy. In origine presentava una torre a cinque piani ed un cortile racchiuso da un muro esterno dalla forma irregolare; poi nei secoli successivi fu ampliato e furono aggiunte nuove stanze, finché nel 1681, in seguito ai disordini sollevati dall’incoronazione di uno Stuart cattolico, venne trasformato in una caserma militare. Nel 1760 una violenta tempesta lo danneggiò gravemente provocandone il definitivo abbandono, ma nonostante tutto, rimane lì… resiste impassibile all’assedio degli elementi e al passare del tempo, attirando a sé ogni anno migliaia di turisti e restando sempre uno dei castelli più amati e fotografati di Scozia!
Ora la strada ci chiama. Dobbiamo proprio andare. Ma portiamo via con noi quella visione da cartolina: le acque profonde del lago, le mura del castello umide e scure, l’erba ingiallita scossa dal vento, le cime imbiancate che rimbalzano echi di antiche leggende. Ad attenderci adesso è la selvaggia GLENCOE.
GLEN ORCHY
Ci si potrebbe tornare anche un milione di volte e pure nelle stesse identiche zone…ma di sicuro ci sarà sempre qualcosa di nuovo, di unico e meraviglioso da scoprire ed amare in ogni parte di Scozia! Come ad esempio l’incanto del GLEN ORCHY, una piccola valle secondaria che si snoda per diciassette chilometri lungo il corso gorgogliante del RIVER ORCHY. Ad attraversarla è la B8074 una “SINGLE TRACK” pochissimo frequentata che dalla A85 si dirama in direzione nord-est sbucando poi nei pressi di BRIDGE OF ORCHY sulla ben più trafficata A82, la principale arteria che collega GLASGOW a FORT WILLIAM.
Era un po’ che sentivo il richiamo di questa valle semi sconosciuta di cui mai nessuna guida turistica parla… ecco dunque giunto il momento per noi di scoprire i segreti del GLEN ORCHY!
Ci mettiamo in marcia mentre un timido sole sbuca a tratti fra nuvole chiare e vaporose riscaldando leggermente l’aria e procediamo spediti sulla B8074 costeggiando il letto del fiume protetto da una fitta vegetazione che veste ora i suoi panni invernali. La strada è stretta ma per fortuna non incrociamo nessuno; qui insediamenti non ce ne sono, solo qualche fattoria qua e là e il rumore dell’acqua che scorre come un dolce ritornello di sottofondo. Lo scenario montano è di una bellezza ipnotizzante e ci avvolge in un abbraccio che riserva sorprese ad ogni curva, mentre bianchi ciuffetti di nuvole si stemperano nel cielo che si specchia nel fiume fino a farsi infinito. Più in là, formazioni rocciose dalle forme bizzarre danno luogo a cascate e cascatelle fragorose… ma quanto è bella questa valle defilata, i cui panorami calmano il cuore e i cui percorsi segnalati sono un invito per splendide passeggiate nella natura! Purtroppo per noi ora il meteo peggiora e tanto per cambiare il tempo stringe. Grandi nuvole minacciose tornano a prendere il sopravvento… incredibile, c’era il sole un minuto prima e adesso addirittura nevicaaaa! Eccoci a Bridge of Orchy, di nuovo sulla A82. Il grande hotel omonimo si mimetizza nel candore generale, mentre l’antico ponte in pietra risalta in tutto quel bianco come una grossa macchia d’inchiostro… basta un attimo perché del sole resti solo il ricordo, mentre i paesaggi delle Highlands si trasformano in un sonnecchiante presepe.
GLENCOE
GLENCOE è ormai vicina… per noi sarà la quinta, la sesta, forse la decima volta???? Mah, il conto ormai l’ho perso, eppure non ci stanchiamo mai di attraversarla questa splendida vallata delle Highlands! Salendo da sud si apre agli occhi ampia e selvaggia facendosi via via più severa e maestosa, fino a incarnare l’essenza stessa della Scozia, la cui aspra bellezza non può prescindere dal sottile tormento che sempre aleggia nell’aria come un’eco infinita dei tragici eventi che ne hanno segnato la storia.
Ci apprestiamo a percorrerla con l’emozione di chi sa esattamente cosa aspettarsi, eppure pronti a scoprirla in una veste tutta nuova. Le neve scende in piccoli fiocchi che il vento spara nell’aria in vortici più o meno grandi, più o meno intensi, più o meno densi. La strada sale di quota mentre oltrepassiamo sulla sinistra la grande piazzola panoramica che sovrasta il LOCH TULLA: eccoci nell’occhio della bufera, come inghiottiti dalla luce in uno spazio indefinito, totalmente bianco e vuoto. Alla nostra destra indoviniamo le propaggini orientali della RANNOCH MOOR, una vasta brughiera brulla, che si mostra ai nostri occhi per qualche istante non appena la neve si placa, mentre sul lato opposto della strada le montagne si fanno imponenti e ci abbagliano con il loro candore assoluto.
Decidiamo di concederci una sosta allo storico KINGSHOUSE HOTEL, completamente rinnovato e riaperto a inizio 2019 dopo una chiusura durata ben due anni. Gli ambienti, moderni ed eleganti, sono stati realizzati in gran parte con materiali naturali – tanta pietra e tantissimo legno, grandi caminetti scoppiettanti, divani dalle linee essenziali, teste di cervo impagliate (sigh) e vetrate ampie e luminose – anche se una parte di me continua a rimpiangere la vecchia locanda di montagna un po’ sgangherata in cui soggiornammo nel 2015. La bellezza grandiosa dei paesaggi è però rimasta la stessa e per la prima volta ci viene concesso l’immenso privilegio di vederla ricoperta da un fitto manto di neve. Qui i cervi sono di casa e si aggirano affamati lungo il vialetto d’accesso, fra le auto del parcheggio, intorno al laghetto ghiacciato, insomma… dappertutto!!! Vederli lì, con il loro mantello color nocciola punteggiato di morbidi fiocchi di neve fresca; scoprirli accompagnati da un buffo corteo di uccellini; poterli avvicinare – persino toccare – in quello scenario da fiaba è fra le esperienze più belle ed emozionanti mai fatte.
Per ritemprarci, un ottimo sandwich al salmone e una birra accanto al fuoco osservando estasiati la danza della neve là fuori. La felicità ha davvero gusti semplici.
Riprendiamo il viaggio attraverso la vallata, accompagnati da continue esplosioni di luci e colori, suggestioni invernali mai sperimentate prima. D’obbligo una sosta presso il LOCH ACHTRIOCHTAN, immortalato in migliaia di scatti, per scoprire un po’ basiti che il leggendario ponte rosso è stato ridipinto di marrone! Ma comeee??? Allora anche in Scozia le cose cambiano e le certezze vengono meno!!! Poco male. A cambiare non è l’incanto e tantomeno la bellezza. Arriviamo sulle sponde del LOCH LEVEN giusto in tempo per assistere allo spettacolo del cielo che si tinge di rosa contro le pareti imbiancate delle PAPS OF GLENCOE e, sul lato opposto, oltre la sagoma scura del BALLACULISH BRIDGE, poco trafficato nella bassa stagione.
La nostra prossima meta è ormai vicinissima. Dieci chilometri soltanto ci separano dal CORRAN FERRY, cinque minuti scarsi di traversata per raggiungere la sponda opposta del LOCH LINNHE e un letto alla INN AT ARDGOUR. Il benvenuto di Angela e Matthew non potremo scordarlo mai: calore umano, risate, buon cibo, la gioia semplice del sentirsi in famiglia, l’ambiente autentico, i panorami da urlo e le ore scandite da quel traghettino che fa la spola fra le due sponde del fiordo a due passi dall’uscio. Quello che per i prossimi tre giorni sarà per noi l’uscio di casa.
13 FEBBRAIO
PENISOLA DI ARDNAMURCHAN
Da quanto tempo lo desideravo… tornare a respirare la selvaggia bellezza della penisola di ARDNAMURCHAN! Un dito di terra lungo e ossuto che dalla sponda occidentale del LOCH LINNHE si spinge fino al punto più a ovest della Mainland scozzese.
Ma finché in quel punto non ci arrivi, non lo puoi immaginare quanto stretta e tortuosa sia la A861, la SINGLE TRACK che ne percorre l’intera lunghezza passando attraverso i minuscoli villaggi di STRONTIAN e SALEN e toccando pure una distilleria nuova di zecca che promette grandi whiskies per i prossimi anni. La tempesta Ciara finalmente se n’è andata e il sole oggi si prende la sua rivincita. Il LOCH SUNART risplende di bagliori intensi che ci giungono attraverso la vegetazione spoglia. Strettoie, curve improvvise, dossi ciechi e poi di nuovo curve a non finire, buche come piccole voragini insidiose che bisogna a tutti i costi evitare… chilometri che si moltiplicano e che non finiscono mai, mentre lo stomaco poveretto comincia a protestare!
Arriveremo prima o poi alla meta? Ce lo chiediamo ormai da un po’, quando ecco che il villaggio di KILCHOAN compare così, dal nulla, rannicchiato nella sua bolla di pace. Pare impossibile che qualcuno possa vivere in un posto del genere, completamente fuori dal mondo, così lontano da tutto che solo una volta arrivati fin lì si può davvero capire quanto! E pensare che c’è persino un hotel e pure un porticciolo dove attracca ogni giorno il ferry della CALEDONIAN MACBRAYNE proveniente da TOBERMORY, la variopinta capitale dell’isola di MULL, separata dalla costa da un braccio di mare.
Ma non è affatto finita. Altri chilometri fra orizzonti aperti, brulli paesaggi lunari e laghetti blu cobalto ci separano dalla BAIA di SANNA e dallo storico FARO di ARDNAMURCHAN. La baia è un paradiso di dune erbose, roccia scura, acqua cristallina e sabbia bianca punteggiata di alghe e detriti odorosi trasportati da violente mareggiate. Si respira aria densa di sale, quiete profonda, atmosfera da “finis terrae”. Le SMALL ISLES ci salutano all’orizzonte, come terre misteriose magicamente emerse dal profondo degli abissi. Per raggiungere il FARO occorre fare altra strada, ma scopriamo all’arrivo che è chiuso per la stagione invernale. Ci sono lavori in corso e a regnare è un senso generale d’abbandono; vale comunque la pena gironzolare un po’ per fare il pieno di ossigeno e del blu intenso del cielo e dell’oceano. La sua torre alta 36 metri è una smilza sentinella grigia che svetta sulle rocce, 55 metri sopra il livello del mare. Fu costruita nel 1849 usando il granito proveniente da Mull, su progetto di Alan Stevenson, lo zio del celebre scrittore Robert Louis Stevenson, la cui famiglia ha progettato la maggior parte dei fari scozzesi per un periodo di ben 150 anni. È l’unico faro al mondo progettato in stile “egiziano” e come tutti gli altri fari in Scozia è ormai da tempo completamente automatizzato, ma continua a svolgere un ruolo vitale nel garantire la sicurezza delle navi che solcano le acque al largo della costa occidentale scozzese. Dal 1996 i cottage e gli annessi degli ex custodi sono gestiti dall’Ardnamurchan Lighthouse Trust e ospitano un centro visitatori che offre la possibilità di conoscere meglio i fari scozzesi e la flora e la fauna della penisola di Ardnamurchan.
PORTUAIRK è l’ultima tappa della giornata, forse quella che ho amato di più . Minuscolo e così perfetto nella sua remota semplicità che un villaggio così persino le fiabe se lo sognano! Oltre alle pecore in giro non c’è nessuno e un silenzio “vivo” rimbomba nelle nostre orecchie come un canto senza voce. Panorami da brivido. Cottage uno più bello dell’altro. Il mare sotto casa. La bellezza intensa dell’ovest che ci prende il cuore per trascinarlo via con sé.
La luce prende a tingersi dolcemente dei toni caldi della sera e il buio già incombe sulla lunga strada del ritorno, al cui pensiero persino il DRIVER numero uno della Scozia protesta un po’. Ma la certezza che in fondo all’ultima curva troveremo ad aspettarci la nostra locanda e le mille attenzioni di Angela e Matthew, ci accompagna chilometro dopo chilometro rendendoci il viaggio lieve.
14 FEBBRAIO – ROAD TO THE ISLES
Se la tempesta Ciara è ormai un ricordo, DENNIS è già lì dietro l’angolo, pronto come un falchetto a prenderne il posto. La parentesi di sole è finita e per oggi le previsioni meteo ci preparano al peggio! Fatto il pieno d’energia grazie a un ottimo Scottish breakfast, ci apprestiamo a partire. Decidiamo di dirigerci verso ovest e di puntare dritti al sito di GLENFINNAN dove, in caso di pioggia, potremo almeno contare sul riparo offerto da un grande VISITOR CENTRE molto ben allestito. Arriviamo a destinazione che la pioggia imperversa… grandi pozze d’acqua ne allagano il parcheggio, mentre il cielo non la smette di piangere a dirotto. Libri, cartoline, souvenirs, oggetti d’artigianato, un invitante “coffee shop” e diversi pannelli informativi ci aiutano a ingannare l’attesa fino all’agognata schiarita. Uno sguardo fuori… eccolaaa finalmente!!! Ci catapultiamo all’esterno mettendoci subito in marcia verso il VIEWPOINT che si trova su una piccola altura proprio alle spalle del Centro Visitatori. Dieci minuti scarsi di salita per un panorama che non si dimentica più…
GLENFINNAN VIEWPOINT
Non è certo la prima volta, ma il colpo d’occhio resta sempre impressionante: il LOCH SHIEL ci appare dall’alto in tutto il suo splendore, incastonato fra imponenti montagne spruzzate di neve, come un piccolo gioiello d’acqua dolce intriso di storia fino all’ultima goccia. È infatti qui, nel cuore degli aspri altopiani scozzesi, che il 19 agosto 1745 Bonnie Prince Charlie innalzò lo stendardo della rivolta giacobita, spronando i clan sostenitori degli Stuart ad unirsi a lui per rivendicare il trono di Scozia e Inghilterra per il padre Giacomo Edoardo Stuart. Ed è proprio in quel punto sulla sponda del lago che sorge il GLENFINNAN MONUMENT, un’alta torre circolare eretta nel 1815 e sormontata dalla statua di un Highlander in kilt, uno dei tanti che persero la vita a CULLODEN, durante la rovinosa sconfitta giacobita dell’aprile 1746. Quel monumento slanciato, quel lago lucente, le chiome scure dei pini caledoniani aggrappati alle colline circostanti, sono lo scenario meraviglioso in cui si staglia il famoso viadotto di Harry Potter, reso celebre dal passaggio del “JACOBITE STEAM TRAIN” diretto a Mallaig, in quello che è stato definito “il più grande viaggio in treno del mondo”.
Ma ora quel treno è a riposo, l’aria è gelida e cupa e i turisti infreddoliti si contano sulle dita di una mano. Restiamo lì incuranti del vento, a fare il pieno di quei panorami maestosi, cercando di imprimerceli bene negli occhi e di portarne via ogni dettaglio con noi.
Lì vicino, da non perdere, la bellissima chiesetta cattolica di ST MARY and ST FINNAN, un angolo di pace in splendida posizione sopraelevata, lungo la strada che dal lago sale verso la stazione ferroviaria. Costruita in stile gotico e consacrata nel 1873, fu eretta in ricordo dei MacDonalds of Glenaladale che ospitarono BONNIE PRINCE CHARLIE prima dello storico raduno di Glenfinnan. Non a caso si tratta di una chiesa cattolica e non a caso il principe pretendente organizzò proprio qui la rivolta: dopo la Riforma del XVI secolo, il cattolicesimo e il sostegno agli STUART continuarono ad essere forti proprio nelle aree più remote di Scozia e soprattutto qui, nelle gloriose Highlands occidentali. L’ingresso della chiesa si trova sul lato dell’edificio e si dice che la porta rimanga sempre aperta per accogliere l’anima di Bonnie Prince Charlie che in qualsiasi momento potrebbe decidere di fare ritorno a casa!
VERSO MALLAIG
Eccoci infine lungo la ROAD TO THE ISLES, la leggendaria strada panoramica che corre sinuosa fra FORT WILLIAM e MALLAIG. Il vento non la smette di ululare, il mare è inquieto e la pioggia si nasconde fra le nuvole pronta a colpire duro. I panorami corrucciati del LOCHAILORT ci obbligano ad una sosta; poi via verso ARISAIG lungo la vecchia strada costiera che regala panorami a noi familiari. Pochi passi ci separano dalla mitica spiaggia di CAMUSDARACH, una distesa di sabbia fra le più belle di Scozia, ma il meteo oggi sconti non ne fa e così rinunciamo alla spiaggia per puntare dritti a MALLAIG, villaggio portuale un po’ trasandato ma sempre affascinante, che ci accoglie con l’aria dimessa del fuori stagione. Il sole fa capolino ma nel cielo si respira ancora aria di tempesta. Traghetti in partenza non ce ne sono, solo barche ormeggiate, gabbiani in volo e un signore intento a ripulire un peschereccio panciuto che sta in secca giù al porto. Camminiamo in libertà resistendo al vento e ammirando l’orizzonte scuro illuminato da squarci di luce improvvisi. Incredibile, in cima a una strada in salita scoviamo un bar aperto… beh diciamolo, il benvenuto non è troppo caloroso, ma bisogna accontentarsi! Poche parole e niente sorrisi, niente “cakes” né “scones”, giusto un tè bollente per scaldarci lo stomaco e poi via, con il cielo che torna a farsi plumbeo mentre facciamo una corsa a perdifiato per recuperare l’auto nel parcheggio all’ingresso del paese, braccati da una pioggia furibonda.
Ripartiamo in picchiata che Il buio è già nell’aria. Le SILVER SANDS OF MORAR ci invitano all’ultimissima tappa della giornata, un attimo prima dell’imbrunire. Sabbia argentea e finissima che corre deserta lungo la foce del RIVER MORAR, sotto un cielo languido dai toni grigio-lilla che si fonde dolcemente con il mare. Una barchetta gialla ondeggia sull’acqua e un bellissimo cottage bianco attira il nostro sguardo sulla sponda opposta, neanche troppo lontana. La pioggia si è placata e a farci compagnia è rimasto solo il silenzio. Salutiamo qui la luce, prima di infilarci nelle tenebre della lunga notte scozzese.
15 FEBBRAIO – da FORT WILLIAM a CALLANDER
Il giorno di San Valentino è appena passato, ma a DENNIS poco importa… altro che pic-nic romantici e passeggiate mano nella mano… oggi è in arrivo una BOMBA D’ACQUA che promette danni su tutto il Regno Unito!
D’altra parte per noi è arrivato il giorno dei saluti… ai fantastici Angela e Matthew, alla nostra stanzetta accogliente, al continuo andirivieni del ferry che in questi giorni ci ha fatto compagnia attraccando a intervalli regolari sotto le finestre del nostro nido.
Ed è proprio quel ferry a riportarci ora a CORRAN sotto una pioggia battente che allaga le strade, cancella i panorami e colora tutto di un grigio indefinito.
Quello di oggi sarà un malinconico viaggio a ritroso scendendo nuovamente verso CALLANDER, dove spenderemo l’ultima notte prima del rientro in Italia. Per ingannare la pioggia tentiamo un breve giretto di commiato nella vicina FORT WILLIAM, cittadina un po’ anonima e non troppo attraente che poco offre in caso di diluvio. Per fortuna c’è il NEVISPORT, un grande negozio specializzato in attrezzature sportive, stipato di oggetti interessanti, foto panoramiche in cui vorrei tanto tuffarmi e cartine a non finire che comprerei dalla prima all’ultima! Per il resto la giornata prosegue in viaggio, fra strade alluvionate, scarsa visibilità, frane e smottamenti come quelli che schiviamo per un pelo a Glencoe! Continuiamo a scendere senza fermarci, in un doloroso “rewind” del tragitto d’andata, mentre DENNIS si scatena senza tregua. Eccoci di nuovo al BRIDGE OF ORCHY HOTEL… una sosta golosa per uno scone appena sfornato direi che ce la siamo meritata! E poi via senza più fermarci verso la OLD RECTORY INN, un posticino semplice dove metterci in relax in attesa della cena, dimenticando il vento e la pioggia che imperversano là fuori.
16 FEBBRAIO – LINLITHGOW e rientro in ITALIA
Ultimo risveglio a CALLANDER. L’abitato è in preda a uno strano torpore, il cielo è imbronciato e l’aria preme affilata come un coltello sui nostri volti raggelati. Camminiamo verso i MEADOWS, una piacevolissima area verde lungo le sponde del RIVER TEITH proprio nel cuore del villaggio, oggi purtroppo inagibile perché invasa dall’acqua. Dopo un ultimo sguardo allo scenario incantato che ci circonda, salutiamo il nostro alloggio e le strade semi deserte di Callander. L’aeroporto ci chiama, non prima però di una rapida visita al borgo reale di LINLITHGOW, un villaggio storico assai grazioso a dispetto di qualche brutto edificio moderno che ne deturpa un po’ il panorama. Il cielo si è ripulito e l’aria si è fatta tersa e leggera. Il LINLITHGOW PALACE risplende austero nel verde smeraldo dei prati di un grande parco meraviglioso. Costruito da Giacomo I a partire dal 1425, il palazzo venne poi completato nel corso di più di un secolo e fu per molto tempo una delle residenze preferite dai re di Scozia. Quanta storia si respira fra queste mura! Nel 1512 vi nacque Giacomo V e poi, nel 1542 la figlia MARY STUART, la futura regina di Scozia; qualche secolo più tardi, nel 1745 anche il principe pretendente BONNIE PRINCE CHARLIE, vi soggiornò brevemente.
Non abbiamo purtroppo il tempo di entrare, ma la breve passeggiata intorno al palazzo è un gran bel modo di salutare la Scozia! Prima di ripartire facciamo un salto anche all’annessa ST MICHAEL’S CHURCH costruita fra il 1420 e il 1530 e circondata da un affascinante cimitero.
Ora il tempo è davvero scaduto, il nostro volo di ritorno ci aspetta.
Non potevamo certo immaginare che quella sarebbe stata l’ultima IMMENSA, MERAVIGLIOSA boccata d’ossigeno prima che le nostre vite fossero travolte dalla più grande calamità dai tempi della guerra. Se solo l’avessi sospettato avrei assaporato fino all’ultima gocciolina di pioggia, fino all’ultimo alito di vento, fino al più minuscolo dei sassolini franati sulla strada dal fianco della montagna. E ora che l’angoscia accompagna i nostri giorni e che l’incubo sembra non avere più fine, sento di non averlo fatto abbastanza.
10 Comments
Michele
31 Marzo 2020 at 13:10Ciao Ilaria,sempre bellissimi i tuoi reportage, quest’ultimo particolarmente bello ci aiuta a passare un pochino meglio questi giorni terribili.
ciao. Michele
ilaria
31 Marzo 2020 at 14:48Ti ringrazio tantissimo Michele, sono contenta di poter offrire ai miei lettori una piccola distrazione, una nicchia di serenità in questi giorni travagliati. Grazie per avermi lasciato un commento, l’ho davvero molto apprezzato! Buona giornata e a presto
Beatrice
31 Marzo 2020 at 14:46Torneremo presto cara Ilaria, forse non quest’estate, forse non quest’anno, ma torneremo. E tutto sarà li ad attenderci. e tutto sarà ancora più bello! <3 Un bacio!
ilaria
31 Marzo 2020 at 14:57Ciaooo Beatrice, faccio tesoro dei ricordi per resistere fino al prossimo viaggio in Scozia! Non so quando sarà, spero il più presto possibile, ma so per certo che sarà il viaggio più bello della mia vita!!! Non vedo l’ora di riassaporare la libertà e la gioia di trovarmi nel luogo che più amo al mondo, l’unico in cui mi sento totalmente appagata ❤️ un bacione Bea e grazie mille per il passaggio!
antonella gorini
1 Aprile 2020 at 9:12Ciao Ilaria!
Ho gli occhi appannati da una lacrimuccia che sta per scendere… quanto amore, quanta poesia, quanta bellezza sai trasmettere e te ne sono enormemente grata in questo terribile momento, grazie per avermi fatto sognare ancora una volta!
Un abbraccio.
ilaria
1 Aprile 2020 at 14:25Ciao cara Antonella, tu hai la lacrimuccia, mentre io mi commuovo leggendo le bellissime parole del tuo commento ❤️ oggi ci siamo regalate a vicenda un’emozione e questo mi rende profondamente felice! Grazie mille a te per avere avere letto questo lungo racconto aprendo il cuore alle mie sensazioni e per averle fatte tue. Un abbraccio grandissimo
Loris
25 Aprile 2020 at 16:33Ilaria, fantastica descrizione, come di consueto! Sembra sempre di essere lì con te.
Un augurio a tutti noi, che questa tempesta passi al più presto…..
ilaria
26 Aprile 2020 at 22:52Grazie caro Loris, mai come in questo periodo difficile il ricordo dei luoghi che più amo mi portano grande sollievo e un motivo per resistere! Speriamo davvero di ritrovare presto la nostra libertà e che il mondo torni ad essere un luogo ragionevolmente sicuro. Un abbraccio, a presto!
Cinzia
23 Giugno 2020 at 10:32Ciao, Ilaria ho finito ieri di leggere il vostro libro WHY SCOZIA?, non vedo l’ora di vedere il film…….
Noi siamo stati in Scozia nel 2011 e spero di poterci ritornare il prox anno…. e tutte le sensazioni che descrivete sono reali…. è vero come dice l’ editore nella prefazione del libro la SCOZIA CREA DIPENDENZA……parole sante……in questi 10 anni . con mio marito abbiamo fatto un bel giro d’europa, pero il nostro cuore è rimasto in quelle terre selvagge chiamate Scozia…….
Grazie per le foto e per i posti menzionati nel libro………nel nostro prossimo viaggio seguiro’ alla lettera tutti i vostri consigli…..in questi giorni di lettura sono tornata in scozia….
Grazie
Cinzia
ilaria
24 Giugno 2020 at 11:58Ciao Cinzia, sono davvero felice che il nostro libro ti abbia riportato in quella terra meravigliosa che è la Scozia! Dopo avere visitata nel 2011 e avere successivamente girato l’Europa, ora è tempo che ascoltiate il richiamo del suolo scozzese e che vi facciate ritorno. Essere di nuovo lassù sarà un’emozione grandissima, perché quando quella terra ti entra dentro, lì rimane per sempre! Niente da fare, non ce n’è più per nessuno… al mondo sono tanti i posti belli anzi bellissimi, ma la Scozia è unica e irripetibile ed è quella l’unica gioia vera che ti chiede il cuore ❤️