Ci vuole sempre un’isola a rendere speciale un viaggio. E se di isole ce n’è più di una, allora quel viaggio diventa AVVENTURA…
Come quella – breve ma intensa – vissuta un paio di settimane fa nell’antica regione del NORTHUMBERLAND, la contea nell’estremo nord-est d’Inghilterra dove l’aria frizzante che soffia da nord, profuma già intensamente di Scozia.
Delle straordinarie isole FARNE, riserva naturale – vera esplosione di vita – poche miglia al largo dalla costa, già vi ho parlato in un recente post; oggi voglio invece raccontarvi di uno dei luoghi più sacri d’Inghilterra, un’isola piccola e misteriosa – ancora oggi meta di pellegrinaggio – ricca di tesori preziosi, stipati su una superficie decisamente ridotta.
LINDISFARNE, questo il suo nome – detta anche “HOLY ISLAND” – non è certo una meta in cui ci si imbatte per caso, al contrario, ci si arriva sfidando le maree, per la precisa volontà di andare a scoprire un luogo splendidamente defilato e magicamente “diverso”.
Un’isoletta pianeggiante, fatta di pascoli rigogliosi che sfumano direttamente nel mare, speciale già a cominciare dal suo essere collegata alla “terraferma” per mezzo di una stretta striscia d’asfalto che – ogni giorno e per due volte al giorno, a orari variabili – viene sommersa da potenti maree che ne impediscono l’attraversamento, trasformando quel lembo di terra in una sorta di fascinoso rifugio romantico.
Persino i viaggiatori più avventurosi possono soddisfare il proprio spirito di vagabondaggio facendo una capatina qui…
Perché HOLY ISLAND non è un’isola come tutte le altre… Così vicina alla costa eppure tagliata fuori da tutto – lontana anni luce dalle frenesie del mondo! E nemmeno è servita da uno straccio di traghetto! È piuttosto un luogo magico e vagamente minaccioso, dove per rimanere, andare e tornare, devi sempre chiedere il permesso del mare, pronto ad arrivare da un momento all’altro per tenerti in ostaggio per ore.
Volendola visitare, la prima cosa da fare è quindi correre a consultare la TABELLA DELLE MAREE, facendo bene attenzione alle fasce orarie in cui l’attraversamento è sicuro (“SAFE CROSSING”), senza mai escludere un certo margine di variabilità, soprattutto in presenza di venti forti, eventualità non proprio rara da queste parti.
A farvi memoria provvede un grande cartello giallo posto all’inizio della strada, oltre ad un paio di tabelloni luminosi lungo il percorso e presso il grande parcheggio a pagamento, all’ingresso dell’unico villaggio presente sull’isola.
Nella malaugurata ipotesi che, nonostante tutti gli avvertimenti – storditi dall’atmosfera del luogo – l’acqua alta vi sorprenda, potete sempre abbandonare l’auto e rifugiarvi nel pittoresco “casottino” rialzato posto nel punto più basso della strada… e non sareste certo i primi a sperimentare la spiacevolissima sensazione di vedere il proprio mezzo soccombere ai flutti! Quindi ATTENZIONE: MAI SOTTOVALUTARE LA FORZA SUBDOLA DEL MARE DEL NORD E I SUOI REPENTINI FLUSSI E RIFLUSSI!!!
Personalmente, ho amato quest’isoletta fin dal primo sguardo, per quel sottile, ma palpabile alone mistico che aleggia nell’aria e per il suo stretto legame con un’altra isola sacra molto cara al mio cuore, la piccola e splendida IONA, dove San Colombano arrivò dall’Irlanda nel 563 per fondare la sua abbazia e diffondere il Cristianesimo in SCOZIA.
Proprio da lì, partí ST AIDAN, abate di IONA anche lui irlandese, richiamato da OSWALD, re del Northumberland, per riconvertire il proprio regno alla cristianità dopo il sopravvento del paganesimo portato dalle tribù degli Angli e dei Sassoni, in seguito al declino del dominio di Roma.
Osservando la statua di ST AIDAN, che veglia silenziosa sulle maestose rovine della LINDISFARNE PRIORY, da lui stesso fondata nel 635, ho immaginato le vite solitarie di quei monaci giunti da lontano affrontando chissà quali peripezie, nella pace profonda di un luogo dimenticato dal mondo, impegnati – giorno dopo giorno, stagione dopo stagione – nella paziente e minuziosa stesura dei LINDISFARNE GOSPELS, capolavoro d’arte miniata della tradizione cristiano-anglosassone, oggi custodito alla BRITISH LIBRARY di Londra.
Il monastero continuò a svolgere opera di evangelizzazione per qualche secolo, finché ripetute incursioni vichinghe fra il 793 e l’875, costrinsero i monaci a lasciare l’isola e a rifugiarsi nel vescovado di DURHAM. Fecero ritorno a LINDISFARNE solo nell’XI secolo, quando la “priory” venne in parte ricostruita e ampliata, e vi rimasero fino al giorno in cui quell’anima pia di ENRICO VIII decise di confiscare tutti i beni della chiesa Cattolica, ordinando anche la soppressione dei monasteri (1536 – 1540).
Ma il vero pezzo forte dell’isola, quello che resterà impresso per sempre nella memoria visiva di ogni visitatore, è il piccolo ma possente LINDISFARNE CASTLE.
Potrete dimenticarne la storia e persino il nome, ma il profilo fiero di quel baluardo in miniatura, che si erge solitario su un ripido sperone roccioso, quasi a un chilometro di distanza dal villaggio, quello no…resterà un’immagine indelebile nei vostri ricordi!
La sua sagoma inconfondibile si scorge già da lontano ed è sempre presente all’orizzonte… la vedrete svettare in lontananza dal villaggio, dalla PRIORY e da quel pittoresco guazzabuglio che è il porticciolo – chiamato localmente “THE OUSE” – un disordinato, per non dire caotico, insieme di vecchie barche in secca, nasse colorate, attrezzi vari e capanni da pesca tipicamente ricavati da imbarcazioni rovesciate; il tutto messo lì ad ispirare foto “artistiche” a noi viaggiatori col pallino del reportage fotografico.
Il castello fu costruito nel 1550, più o meno all’epoca in cui la LINDISFARNE PRIORY venne dismessa, e molto del materiale impiegato per la sua costruzione fu prelevato direttamente dall’abbazia. Il suo aspetto attuale lo si deve però a Sir Edwin Lutyens, che lo ampliò e rimaneggiò fra il 1902 e il 1910 per conto di Mr Hudson, magnate dell’editoria britannica e proprietario della rivista “Country Life”, che ne fece la propria romantica ed eccentrica residenza estiva.
Attualmente affidato alle cure del NATIONAL TRUST, lo si può visitare al costo non proprio modico di 8 sterline e 10 cents a testa; un prezzo tutto sommato equo per l’emozione unica di risalire quell’erto pendio, gettare uno sguardo curioso fra gli arredi e gli oggetti rimasti al loro posto nelle stanze del castello e per dominare dall’alto i placidi paesaggi rurali dell’isola, i cieli mossi ed immensi, e il magnifico tratto di costa che fa bella mostra di sé proprio lì di fronte.
Per una serata piena di magia, chiedete il permesso alle maree e – se vi verrà concesso – venite a cena al ristorante del MANOR HOUSE HOTEL, proprio a fianco della PRIORY.Gustate, minuto dopo minuto, la quieta e avvolgente atmosfera dei suoi ambienti semplici eppure eleganti, scegliendo fra i tanti deliziosi piatti presenti nel menù.
Poi, a cena finita, incamminatevi verso l’alto crinale a ridosso delle rovine dell’abbazia, che qui viene amichevolmente chiamato “the HEUGH”, e osservate dall’alto quelle pietre antiche intrise di storia; spingete lo sguardo in direzione est, verso il castello ormai deserto ed il porticciolo che odora forte di sale e che parla di un’umanità laboriosa; e poi – di nuovo – verso sud, fra le morbide dune della costa sabbiosa del NORTHUMBERLAND, dove si scorge distintamente la mole maestosa del BAMBURGH CASTLE.
E se il vento soffierà così forte da farvi battere i denti, allora cercate rifugio nell’alta torre d’avvistamento collocata lì in tempi recenti, e rimanete in religioso silenzio – mentre la luce si fa sempre più fioca – ad ammirare quel panorama quasi onirico, aspettando che la marea vi faccia un fischio, per ricordarvi che – a vostro malincuore – è giunta l’ora di tornare…
Ecco la bellissima preghiera di ST AIDAN, un ultimo saluto all’isola prima di fare ritorno al frenetico mondo “quotidiano”:
Leave me alone with God as much as may be.
As the tide draws the waters close in upon the shore,
Make me an island, set apart,
alone with you, God, holy to you.
Then with the turning of the tide
prepare me to carry your presence to the busy world beyond,
the world that rushes in on me
till the waters come again and fold me back to you. __________________________________________________________
Per raggiungere il NURTHUMBERLAND e la HOLY ISLAND:
– gli aeroporti più vicini alla meta sono quelli di EDIMBURGO (circa 120km; ci sono voli diretti EASYJET da Milano-Malpensa) oppure di NEWCASTLE (poco meno di 100km; ma purtroppo non servito da voli diretti dall’Italia, per cui si rende necessario lo scalo a Londra).
– la strada rialzata per la HOLY ISLAND (LINDISFARNE CAUSEWAY) si imbocca in località BEAL, lasciando la A1 (la strada costiera principale), che attraversa il confine anglo-scozzese per collegare la città di EDIMBURGO a quella di NEWCASTLE.
– dalla stazione di BERWICK-UPON-TWEED, prima cittadina inglese oltre il confine con la Scozia, partono bus locali (route 477) diretti a HOLY ISLAND; tuttavia gli orari possono variare fortemente in base alle maree e sono notevolmente ridotti nei mesi fra settembre e maggio.
8 Comments
Giovy
26 Maggio 2016 at 8:48Lindisfarne è uno dei posti più belli al mondo. Di per sé è stato il primo luogo invaso da vichinghi nel nord della Gran Bretagna. L’incurisione fu così crudele che gli storici fissarono in quella data l’inizio del periodo vichingo britannico. Per me è un luogo a dir poco immenso nella sua bellezza.
ilaria
26 Maggio 2016 at 11:36Concordo in pieno Giovy! Lindisfarne è un luogo magico, di una bellezza immensa e particolare che ti irretisce al primo sguardo… Il suo carico di storia e spiritualità, il movimento delle maree…tutto rende quell’isola speciale!
Grazie mille per il tuo passaggio, spero di ritrovarti presto da queste parti…
ANTONELLA
27 Maggio 2016 at 15:22Perché questa meraviglia mi manca? Dov’ero? Non posso aver visto queste foto ed essermele dimenticate! O si!? Esigo spiegazioni. A voce,naturalmente! Le figuracce che restino in famiglia!
ilaria
27 Maggio 2016 at 17:53Ahahaha!!!! Perché tu hai visto solo le foto fatte dal tuo fratellino e non le mie, eheheh! D’altra parte dovevo pur sorprenderti con effetti speciali!!!
Luisa
26 Maggio 2017 at 8:25Che posto meraviglioso….anch’io amo tantissimo le isole perche’hanno un fascino particolare.
ilaria
26 Maggio 2017 at 18:32Ciao Luisa, che piacere ritrovarti qui! Eh sì, le isole possiedono quel qualcosa in più che non manca mai di incantarmi! Questa poi è davvero specialissima, piena di pace e grande spiritualità, insomma un posto da provare!!!
Ti ringrazio tantissimo per il passaggio e ti auguro una buona serata…
Ilaria Fenato
4 Marzo 2019 at 11:27Ciao Ilaria!! Finalmente ho trovato il tempo di leggermi questo pezzo stupendo su Lindisfarne. Ormai ho deciso che devo andarci, me la ritrovo troppo spesso menzionata da qualche parte, soprattutto nell’ultima serie tv che ho amato. Il protagonista è addirittura di Bebbanburg (Bamburgh )! Non può essere un caso, quindi voglio farci un salto <3 Bellissimo pezzo, come al solito quando leggo qualcosa di tuo mi sembra di essere li <3
Comunque quel gabbiotto per chi è stato sorpreso dalla marea fa alquanto paura ahahah
Ps: tu hai dormito lì o hai fatto solo una giornata? 🙂
ilaria
4 Marzo 2019 at 22:38Ciao carissima, sono immensamente felice che l’articolo ti sia piaciuto! L’isola di Lindisfarne, o Holy Island che dir si voglia, è un luogo veramente straordinario… e lo vedrai con i tuoi occhi! In effetti lo spauracchio delle maree un po’ di ansia la mette… non ti dico quante volte abbiamo controllato il tabellone con gli “orari limite” prima di lasciare il parcheggio!!! Ma sono proprio le maree a rendere ancora più magica l’atmosfera dell’isola. Dormirci deve essere un’esperienza molto speciale; noi eravamo invece alloggiati a breve distanza, ma sulla “terraferma”, in un bellissimo b&b che nel frattempo ha purtroppo chiuso (ce ne sono comunque tantissimi in zona). Andarci la sera a cena ci ha comunque dato un piccolo assaggio della pace infinita che permea quell’isoletta fuori dagli orari “di punta”! Vai e poi mi dirai, nel frattempo ti ringrazio tantissimo per il passaggio