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EBRIDI ESTERNE – le due facce e gli infiniti colori di SOUTH UIST

Non sono poi in molti a visitare SOUTH UIST, la seconda per dimensione delle EBRIDI ESTERNE, collegata da strade rialzate alle tre sorelline ERISKAY, BENBECULA e NORTH UIST. Un’isola infinitamente quieta e squisitamente solitaria, dove il silenzio sembra farsi se possibile ancora più denso, il cielo più grande e la terra più docile e accogliente rispetto alle più famose cugine nordiche HARRIS e LEWIS.
Spoglia ed essenziale, colpisce a prima vista per quello che non c’è… attraversarla frettolosamente in auto, da sud a nord (o viceversa) scivolando via veloci lungo la strada principale, regala facilmente l’impressione che quest’isola abbia ben poco da offrire al viaggiatore in cerca di “scoop paesaggistici”! Niente scenari eclatanti, solo paesaggi sommessi e vasti orizzonti all’apparenza disadorni, che si rivelano però irresistibili se solo ti soffermi a guardarli, e poi a viverli e respirarli. Gelosa delle proprie (tante) preziose chicche, SOUTH UIST le nasconde con perizia nei suoi angoli più belli; nelle baie selvagge, a volte quasi inaccessibili; lungo le sponde accidentate dei “loch” più remoti, per farne dono esclusivo a coloro che decidono di prestarle l’attenzione che merita.

Lunga e sottile, è un’isola che possiede due volti e due anime; con la strada principale a fare da spartiacque e le stradine laterali che si irradiano serpeggiando a est e a ovest, fino a perdersi nel nulla oppure andando a riemergere sul mare.

La costa ORIENTALE è un’aspra striscia di suolo arido, fatta di roccia e desolate colline; profondamente incisa da quattro grandi loch marini e dominata dalla mole del BEINN MHOR (620 m); la costa OCCIDENTALE è invece un nastro di terra fertile e pianeggiante, punteggiato di laghetti idilliaci, ridenti fattorie isolate e orlato di sabbia infinita in un susseguirsi di spiagge senza soluzione di continuità. Due realtà opposte, separate da un pugno di chilometri soltanto, eppure così profondamente diverse, che stenti persino a credere possa trattarsi della stessa isola!

I tipici paesaggi dell’ovest di SOUTH UIST

 

Per la cronaca, a SOUTH UIST ci siamo arrivati da sud, in un giorno d’agosto fra sprazzi di sole e rivoli di nuvole nere, imbarcandoci con la nostra auto al terminal dei traghetti di AIRD MHOR, nel nord di BARRA e sbarcando circa 40 minuti più tardi sulla piccola e bellissima ERISKAY, collegata a SOUTH UIST da una strada rialzata.

Il ferry terminal di AIRD MHOR sull’isola di Barra

 

Parentesi su ERISKAY, un’isoletta che se la merita tutta… per i suoi brulli paesaggi rocciosi, intatti e suggestivi, e per essere passata alla storia in almeno un paio di occasioni! La prima nel 1745, quando la nave francese DU TEILLAY depositò il principe ereditario BONNIE PRINCE CHARLIE su una delle sue splendide spiagge, a bordo di una barchetta. Figlio di Giacomo Francesco Edoardo Stuart, fu lui a guidare l’insurrezione giacobita che, nell’aprile del 1746 tentò di ristabilire la sua famiglia sul trono “usurpato” di Gran Bretagna. Le cose, ahimè, andarono male e la rivolta finì nel sangue, con la rovinosa sconfitta di CULLODEN e la dura repressione per mano inglese che ne conseguì. Fu allora che “il principe pretendente” braccato dai suoi nemici, cercò rifugio alle Ebridi Esterne, più precisamente a SOUTH UIST e BENBECULA, dove FLORA MACDONALD, eroina giacobita nativa dell’isola,  lo aiutò a raggiungere Skye sotto mentite spoglie.

Flora Macdonald l’eroina giacobita nata a South Uist, dove le è stato dedicato un monumento commemorativo

 

La seconda, più recente, risale invece al 1941, quando il cargo SS POLITICIAN, partito da Liverpool e diretto a New York, sorpreso da venti furibondi, fece naufragio al largo di ERISKAY con tutto il suo carico di whisky (pensate, la bellezza di 264.000 bottiglie!!!). Dopo aver fornito assistenza all’equipaggio uscendo in mare con le loro imbarcazioni, gli abitanti di ERISKAY pensarono bene che sarebbe stato un gran peccato lasciarsi scappare quel ghiotto bottino ad elevato tasso alcolico! E bisognava pure fare presto, prima che le autorità locali, sempre a caccia di dazi, potessero arrivare sul posto! È questa la storia raccontata da COMPTON MACKENZIE nel suo celebre romanzo WHISKY GALORE, pubblicato nel 1947 e adattato per il cinema due anni più tardi. Riproposto sul grande schermo nel 2016 in un brillante remake (girato in realtà quasi interamente nel villaggio di Portsoy, sulla costa nord dell’Aberdeenshire), si annuncia un vero spasso e spero, prima o poi, di riuscire a vederlo!!!

SOPRA: scorci della bellissima ERISKAY – SOTTO: la strada rialzata che collega ERISKAY a SOUTH UIST

 

La prima meraviglia a darci il benvenuto a SOUTH UIST?
È il POLOCHAR STANDING STONE, una specie di guardiano taciturno e solitario, piazzato sull’estrema punta meridionale dell’isola; un possente monolite dell’altezza di un uomo o quasi (1 metro e 70 cm) e largo circa un metro e mezzo, risalente al 2000 avanti Cristo o giù di lì. Al nostro arrivo la luce che lo avvolge è di quella purezza magica e argentata di cui solo la Scozia è capace; una luminescenza nordica che permea la baia esaltandone l’atmosfera languida e i colori vividi, in una scena che ci delizia e ci incanta, trascinandoci lontano. Certo la collocazione è davvero inusuale per uno “STANDING STONE”, non in posizione dominante, in cima a un promontorio o a una collina, come ci si aspetterebbe e sarebbe normale, ma sulla costa pianeggiante, direttamente a ridosso del mare! E, oggi, persino a due passi dalla strada e dal parcheggio del POLOCHAR INN!!!
Ne approfittiamo al volo per entrare a prenotare un tavolo per la nostra prima cena a SOUTH UIST: il nostro b&b è poco distante e, in tutta l’isola, i ristoranti si contano sulle dita di mezza mano (a essere ottimisti, eh!!!)

SOPRA: il POLOCHAR Standing Stone  –  SOTTO: l’omonima locanda affacciata su una splendida baia

 

A SOUTH UIST ci restiamo quasi 2 giorni interi, abbiamo quindi tutto il tempo di girarcela e gustarcela per bene… ma “STANDING STONE” a parte, qual è la prima cosa a folgorare la nostra attenzione?
Manco a dirlo… le sue spiagge infinite, con la loro corona di dune, d’erba rigogliosa e bellissimi fiori! Lunghissime, incredibilmente bianche, invariabilmente deserte e così tenacemente appartate che è spesso difficile individuarne l’accesso! Dato che a ovest ce n’è una via l’altra, non è sempre impresa facile distinguerle, ma quel conta è riuscire a mettervi piede… una qualsiasi sarà perfetta per ubriacarsi di sabbia, accecarsi di bianco e bearsi di orizzonti splendidamente aperti, vivi, liberi. Eh sì, perché a SOUTH UIST, nove su dieci, il mare bisogna guadagnarselo, camminando per ore fra recinzioni senza fine, pascoli punteggiati di mucche, grandi campi coltivati e distese di fiori selvatici che affondano le radici nella sabbia… e quando credi che il mare sia lì e di poterlo finalmente toccare, ecco che invece di fiori e d’erba piegata dal vento ce n’è ancora e poi ancora!!!
Non c’è isola migliore di SOUTH UIST per perdere completamente la bussola e abbandonarsi a quella meraviglia tipicamente “HEBRIDEAN” che prende il nome di MACHAIR!

Scenari lungo la costa ovest dell’isola

 

A SOUTH UIST i nomi delle spiagge si confondono e si sovrappongono… FROBOST, BORNISH, SOUTH GLENDALE, ORNICLATE, e altre ancora, ma non chiedetemi per carità di distinguerle con esattezza!  Su una però non posso sbagliarmi … siamo nel nord dell’isola, vicino alla HEBRIDEAN JEWELLERY, per la precisione sulla vasta distesa della LOCHDAR BEACH! Immensa, bianca, deserta e spazzata dal vento come le altre; ne ho ricordi limpidi e precisi… spazi, colori, suggestioni; è qui che per la prima volta vedo un trattore parcheggiato sulla sabbia ed è qui che la dolce SOUTH UIST si mostra ai miei occhi intensa più che mai, delicata eppure potente… tutto ad un tratto sbalorditiva!!!

Una raccomandazione a tutti gli appassionati di gioielleria celtica, di musica e artigianato locale: una volta lì, non mancate di fare un salto nel bellissimo negozio a due passi dalla spiaggia… dopo tanta natura e solitudine, un pizzico di shopping non fa certo male! E soprattutto, dopo tanto emozionarsi e lungo camminare, un bel tè caldo accompagnato da due sostanziosi “scones” davvero ci sta!

La LOCHDAR BEACH

 

Il giorno due lo dedichiamo invece alla scoperta del “LATO B”, la faccia ruvida dell’isola! A suggerirci la meta precisa è la gentile proprietaria del nostro bed&breakfast, che ce la illustra mostrandocela sulla cartina: si tratta del LOCH EYNORT, il volto aspro e misterioso, il graffio sornione che dalla mite e dolce SOUTH UIST mai ci saremmo aspettati! Il LOCH EYNORT è un luogo affascinante e remoto che ricorda più le Highlands che i brulli paesaggi delle Ebridi Esterne; un profondissimo fiordo dall’aspetto austero, che apre una “voragine” acquatica lungo la costa orientale dell’isola; sponde rocciose, acque scure, felci, conifere e arbusti… siamo agli antipodi della “morbida” e bucolica costa ovest! Partendo dal capoluogo LOCHBOISDALE e viaggiando da sud a nord, proseguiamo per 14 km circa (8,8 miglia) lungo la A865, prima di svoltare a destra, continuando ancora fino a incontrare un bivio. Qui teniamo la sinistra, procedendo imperterriti fin dove la strada finisce: ed ecco finalmente quel fiordo misterioso aprirsi davanti a noi! Proseguiamo a piedi costeggiando il lago, fino al punto in cui va incontro al mare aperto. Scrutiamo per bene le rocce nere per avvistare le foche e scambiamo due amabili chiacchiere sull’inclemenza dello “Scottish weather” con un burbero ma ciarliero pescatore, impegnato sulla battigia a sistemare la sua barchetta!

I panorami aspri del LOCH EYNORT e i nostri incontri sul posto!

 

Ma ecco un’altra chicca che davvero non possiamo perderci: la RISERVA NATURALE del LOCH DRUIDIBEG, un’area semi pianeggiante circondata da colline, che dalla costa atlantica si spinge quasi fino al MINCH, il braccio d’oceano che separa le EBRIDI ESTERNE da SKYE. Dichiarato SITO DI SPECIALE INTERESSE SCIENTIFICO, nonché AREA PROTETTA, racchiude nel suo territorio un gran numero di habitat naturali – 34 km quadrati di terra salmastra ricoperta di machair, pascolo, acquitrino, brughiera, con in più un estuario e svariati laghetti – che in primavera esplodono dei colori di 200 varietà di fiori selvatici, inclusi esemplari molto rari. Paradiso dei birdwatchers, è qui che nidificano numerose specie di uccelli – pavoncelle, trampolieri, oche selvatiche, corvi, pettegole e con un po’ di fortuna si possono avvistare anche aquile e falchetti! Ci si può girare liberamente, seguendo un percorso illustrato da un’apposita cartina disponibile presso l’ufficio del turismo di Lochboisdale; ma le foto più belle sono quelle scattate lungo la strada che da STILLIGARRY porta al LOCH SKIPPORT, magari all’alba, con le cime dell’HECLA e del BEINN MHOR illuminate dal sole nascente a fare da sfondo.

La Riserva Naturale del LOCH DRUIDIBEG

 

E per un saluto all’isola di quelli da ricordare, saliamo infine lungo il fianco occidentale del RUABHAL, fino alla grande statua in granito raffigurante “OUR LADY OF THE ISLES”. Disegnata dallo scultore scozzese Lew Lorimer e completata nel 1957, fu commissionata dal parroco locale come reazione al progetto del Ministro della Difesa, (fortunatamente mai realizzato) di costruire sull’isola una grande base militare per condurre test missilistici. La raggiungiamo dalla strada principale, nel nord dell’isola, risalendo un comodo sentiero lastricato e una volta giunti ai suoi piedi, ci riempiamo gli occhi dei vasti panorami a settentrione, su BENBECULA e NORTH UIST e di quelli in direzione sud, sulla dolce distesa della placida SOUTH UIST, avvolta in un lieve velo di foschia.

OUR LADY OF THE ISLES

 

COME ARRIVARE:
Si può raggiungere SOUTH UIST in traghetto da MALLAIG o da OBAN, con arrivo a LOCHBOISDALE, il “capoluogo” dell’isola. La traversata da Mallaig ha una durata di 3 ore e mezza; mentre servono la bellezza di 5 ore e 10 minuti per arrivarci da Oban (NB questa tratta è disponibile solo nel periodo invernale). In caso di veicoli al seguito, è sempre raccomandabile prenotare, direttamente dal sito della CALEDONIAN MACBRAYNE oppure telefonando a uno dei suoi uffici. L’isola è anche accessibile tramite strade rialzate da ERISKAY, BENBECULA e NORTH UIST, nel caso già vi trovaste alle EBRIDI ESTERNE!
Vi ricordo inoltre che, se avete in programma di visitare più isole, la CALEDONIAN MACBRYNE  offre biglietti multipli a prezzi leggermente più convenienti, acquistabili – in varie combinazioni  (HOPSCOTCH) – sempre sul sito della CalMac.
Se viaggiate con i mezzi pubblici, potrebbe infine risultarvi molto utile il JOURNEY PLANNER della compagnia di navigazione, un valido strumento in grado di prospettarvi l’itinerario di viaggio più conveniente per voi, combinando e incrociando gli orari dei bus/treni e traghetti necessari per giungere a destinazione!

La baia di LOCHBOISDALE

 

IL NOSTRO ALLOGGIO A SOUTH UIST:
Se, come noi, sceglierete di soggiornare all’ARD NA MARA B&B, non aspettatevi di essere accolti in una hall moderna e luminosa o in “ambienti comuni” di quelli che subito strappano un urlo! Nulla farebbe sospettare che questa modesta casetta collocata lungo una strada secondaria, possa offrire ai viaggiatori stanze tanto belle, grandi e lussuose!!! Più che una stanza, la nostra è quasi un appartamento, con tanto di salotto, doppio televisore a schermo piatto e un bagno enorme, che dentro ci si può persino fare un giro di valzer!!! Dalle finestre, rilassanti visioni di mucche e di pascoli protesi verso il mare; il posto perfetto dove dimenticare il mondo e dove tornare ogni sera a rilassarsi, dopo una giornata intensa spesa “outdoors”, alla scoperta delle tante bellezze naturali dell’isola!
Sala colazione decisamente piccina che ci ha obbligato a “fare i turni”, ma ben poca cosa rispetto al comfort e alla pace assoluta che questo b&b a 4 stelle ci ha riservato!

La nostra mega stanza presso l’ARD NA MARA b&b

 

HOWMORE HOSTEL
Per chi volesse soggiornare nel cuore di SOUTH UIST a prezzi davvero contenuti, segnalo la presenza di un attraente ostello in località HOWMORE, a pochi passi dalle rovine di un monastero del XIII secolo e a breve distanza dalle spiagge e dalle vaste distese di MACHAIR della costa ovest. In attività fin dal 1966, questo caratteristico cottage bianco dal pittoresco tetto di paglia offre 16 posti letto suddivisi in 3 dormitori e non accetta prenotazioni. La regola è: presentati a qualsiasi ora e prepara il tuo letto… più semplice di così!!!

Il bellissimo cottage che ospita l’ostello

 

DOVE MANGIARE:
A SOUTH UIST la scelta non è certo infinita, ma tranquilli… neanche qui morirete di fame! Le possibilità sono sostanzialmente due:
Il ristorante del LOCHBOISDALE HOTEL, in posizione spettacolare a pelo d’acqua, nell’omonimo villaggio, a soli due passi dal terminal dei traghetti; oppure il già citato POLOCHAR INN, una bella locanda storica affacciata sulla punta meridionale dell’isola. Noi, per cena, abbiamo fatto tappa fissa proprio qui e, come accade spesso in Scozia, ci è stato chiesto di scegliere fra l’animata e informale “SALA BAR” o la più elegante “SALA RISTORANTE” (nessun dubbio, per noi, nel preferire la prima!). Ad accoglierci, un ambiente caldo, frequentato anche dai “locals”, e divine portate di pesce, con menzione speciale per il piatto di capesante giganti più succulente mai viste e assaggiate! Inutile dire che nei mesi estivi è indispensabile prenotare.

Le capesante giganti del POLOCHAR INN

 

 

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7 Comments

  • Reply
    Elena Binda
    7 Luglio 2018 at 8:07

    Che meraviglia Ilaria. Leggere poi questo articolo appena rientrata da Barra, mi ha aggiunto un’emozione particolare che ha raggiunto il picco, quando ho riconosciuto il porticciolo con il traghetto. Rob abita non distante da lì e mi ci ha portata nella seconda parte del tour.

    • Reply
      ilaria
      7 Luglio 2018 at 14:16

      Innanzitutto bentornata Elena!!! E grazie per essere passata come sempre a trovarmi! Dura eh riprendere la normale routine dopo aver vissuto sulla propria pelle certi luoghi straordinari!!!! Fortunatissimo Rob a vivere lì… io spero di poterci tornare molto presto e, nel frattempo, conto i giorni che mi separano da altre isolette scozzesi che poi non mancherò di raccontare! Un super abbraccio e a presto, baciiiii

  • Reply
    antonella gorini
    8 Luglio 2018 at 19:40

    Ciao Ilaria, ho letto con particolare interesse questo tuo post, perché la mia visita dell’anno scorso a South Uist è stata così veloce, tanto da non riuscire a coglierne il fascino, ricordo solo una bellissima spiaggia, sulla costa ovest e la pioggia che ci ha colti e che ci ha fatto arrivare alla macchina letteralmente inzuppati….
    Se ci sarà un’altra volta farò tesoro delle tue indicazioni e dei tuoi consigli.
    E’ sempre un piacere leggerti.
    Un abbraccio

    • Reply
      ilaria
      9 Luglio 2018 at 20:33

      Carissima Antonella, ti auguro di poterci tornare con più calma e con un meteo decisamente migliore perché South Uist è un’isola che va assaporata senza troppa fretta e possibilmente con il sole! Ti ringrazio moltissimo per l’assiduità con cui mi segui, è sempre bello leggere i tuoi commenti! Un grande abbraccio anche da parte mia e a prestissimo

  • Reply
    Beatrice
    13 Luglio 2018 at 7:25

    Ilaria, le perle nascoste scozzesi tu le conosci proprio tutte 🙂 South Uist sembra davvero affascinante e quelle spiagge bianchissime sono belle da togliere il fiato! Come vorrei essere li ora, a passeggiare in silenzio e a piedi nudi, con il tiepido sole scozzese a riscaldarmi! ahhhhh, che sogno!!

    • Reply
      ilaria
      13 Luglio 2018 at 15:06

      Ahahah Beatrice, tu lo sai vero che posso resistere a tutto tranne che a un’isola scozzese??? E dopo averne girate tante posso dire di amarle tutte, dalla prima all’ultima, ognuna a suo modo davvero unica e speciale! Scrivendo questo post confesso di averti pensato… quando ho inserito la foto di quel succulento piatto di capesante, mi sono ricordata della tua brutta esperienza! Ma tranquilla… a SOUTH UIST si può sempre mangiare dell’altro! Grazie mille per essere passata di qui, un bacione

      • Reply
        Beatrice
        14 Luglio 2018 at 14:33

        ahahahha in effetti quella foto non mi è piaciuta molto, no! ahahahha 🙂 🙂 Un caro saluto!

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