Gran Bretagna Isole Orcadi Scozia

ORCADI – tre camminate imperdibili: BROUGH OF BIRSAY, MARWICK HEAD e YESNABY

Chi sognasse di fare, o avesse in cantiere, un viaggio alle Orcadi, prenda subito nota, perché sto per condurvi proprio lassù, lungo scogliere vertiginose, fra le più esaltanti, spettacolari e ventose mai viste e sperimentate!
Quanto a camminate da brivido, lungo l’orlo di pareti rocciose belle da togliere il fiato, alle Orcadi c’è davvero da sbizzarrirsi; cominceremo qui con le tre più famose, da collocare sulla cartina lungo la costa ovest della MAINLAND (sempre lei, l’isola principale), e da piazzare ai primissimi posti nell’elenco dei “must see and do” di un qualsiasi soggiorno alle ORCADI!
Sto parlando di: 1) BROUGH OF BIRSAY, 2) MARWICK HEAD e 3) YESNABY CLIFFS, luoghi straordinari, dove camminare per ore al cospetto di una natura possente che ti fa sentire piccolo piccolo – un granello di sabbia libero nel vento – senza doversi peraltro ammazzare di fatica! Passeggiate sì corroboranti, ma davvero alla portata di tutti… niente scalate estenuanti da affrontare alle Orcadi! Quindi mi raccomando, non sono ammesse scuse… pronti a seguirmi e a perdervi con me fra scenari costieri grandiosi, d’intatta e selvaggia bellezza? Allora gambe in spalla, macchina fotografica al collo… e via che si parte!!!

1 – BROUGH OF BIRSAY
è un’isoletta minuscola, raggiungibile a piedi solo durante la bassa marea e nei giorni di sole brilla a più non posso all’orizzonte, come uno smeraldo emerso dal blu, battuto dalle onde e sferzato dal vento, appena al largo della costa, nei pressi del villaggio di BIRSAY. Ecco perché, prima di recarsi sul posto e, soprattutto, prima di mettersi in marcia, occorre consultare attentamente la tabella delle maree (ad esempio sul sito MAGIC SEAWEED), evitando di avventurarsi più tardi di un’ora dopo il ritiro dei flutti, a meno che non si intenda tornare a nuoto o passarci la notte in un sacco a pelo! Per essere più precisi, la regola a cui attenersi scrupolosamente è: attraversare solo ed esclusivamente nelle 2 ore precedenti o successive al PICCO DI BASSA MAREA, tenendo conto che poi occorre anche rientrare!!!

Dico “BROUGH OF BIRSAY” e la mia mente corre a una fantastica panchina a due passi dal parcheggio, immersa nel verde e sospesa nel blu, affacciata su quel lembo di terra tanto piccolo quanto affascinante, dai colori così intensi che gli occhi sensibili potrebbero risentirne.

Raggiungere l’isola è semplicissimo: imboccate la “passerella” in cemento che parte nei pressi del parcheggio e che appare ben visibile sulle rocce, seguendola fino a giungere al cospetto di un antico insediamento vichingo. Nei mesi estivi un addetto di HISTORIC SCOTLAND è presente sul posto e chi volesse soffermarsi a visitarlo dovrà pagare un biglietto; diversamente, si può passare oltre, proseguendo dritti verso il lato opposto dell’isola dove sorge un faro, realizzato nel 1925 da DAVID A. STEVENSON e caratterizzato da una torre non troppo slanciata, insolitamente provvista di merlatura (ma non è l’unica in Scozia!)

Una volta giunti lì a voi la scelta: completare il giro e tornare al punto di partenza procedendo verso destra, oppure svoltando a sinistra. Pare che per avere le migliori chances di un proficuo “avvistamento PUFFINS” (attenzione: solo nel periodo che va da fine aprile a inizio agosto) sia meglio optare per la destra e continuare a camminare scrutando la costa alta e accidentata, che si getta a precipizio fra i ruggiti del mare. Non fateci però troppo conto, posso dirvi per esperienza che non c’è nulla di garantito… vuoi non fosse l’ora giusta, vuoi che il vento picchiasse troppo forte persino per loro, ma quel giorno a BIRSAY nessuna traccia di puffins!!! Ci saremmo rifatti presto sull’isola di Westray; nel frattempo, a consolarci, ecco dispiegarsi intorno a noi panorami gloriosi a 360 gradi, saturi della voce suadente del mare e carichi d’inebrianti effluvi salini sollevati dal vento e sospinti con forza nei nostri polmoni! Quanta bellezza pura e quanta sottile magia concentrate in un’isoletta tanto piccola, uno di quei luoghi dove vorresti tornare ancora e poi ancora!!!!

Ma non è finita qui. Una volta tornati al parcheggio, ad aspettarci, ecco SKIBA GEO, altra scarpinata costiera che vi consiglio di non perdere… e per una serie di buoni motivi! Per scoprirli basta seguire l’apposito cartello e procedere per una ventina di minuti in direzione est, lungo un sentiero stretto fra panorami marini che allargano il cuore e immensi campi d’orzo scompigliati dal vento, come un mare dorato colto da una burrasca improvvisa. A un certo punto, sul fianco della scogliera, ecco comparire un tipico capanno da pesca risalente al XIX secolo e ristrutturato di recente. Ebbene, guardatevi intorno facendo attenzione al terreno; noterete quelli che in zona vengono chiamati “NOUSTS”, delle specie di piccole conche tappezzate d’erba, dove un tempo, d’inverno, i pescatori erano soliti riporre le loro barche capovolte, per metterle al riparo dalla furia delle tempeste. Ma se deciderete di arrivare fin qui, sarà soprattutto per ammirare una bizzarra scultura, che si dice somigliare a un gufo in volo, realizzata utilizzando un grande osso di balena sorretto da un basamento di cemento, a salvaguardarne l’equilibrio precario contro i colpi inferti dal vento.
Ma cosa ci fa a SKIBA GEO quell’osso di balena piazzato sul margine della scogliera? La spiegazione è nei racconti della gente del posto…

LA STORIA DELL’OSSO DI BALENA
Si narra che intorno al 1876, in data non meglio precisata, a BIRSAY un’enorme balena venne trascinata a riva dalle correnti. Anziché venderla a una compagnia specializzata che ne trasformasse il grasso in olio e ne tritasse le ossa per ricavarne pregiato fertilizzante, i pescatori del posto decisero di tenerla per sé e di lavorarla loro stessi. Tuttavia la carcassa dell’animale era così gigantesca, che una volta tagliata la parte superiore, non riuscirono più in nessun modo a girarla e dovettero accontentarsi di ricavarne soltanto la metà dell’olio! Ci vollero almeno 25 anni perché la decomposizione di quell’ammasso di grasso fosse completata e perché il mare ne spazzasse via le ossa, in parte riutilizzate dagli abitanti del luogo. Si dice che una delle vertebre finì col diventare uno sgabello per la mungitura e che da un’altra venne ricavata una sedia da cucina. Non prima del 1890, parte della mandibola venne infine fissata su un palo mediante una specie di sbarra ricavata dal teschio e venne posta lungo la scogliera, probabilmente come “segnale” visibile da lontano, che guidasse i pescatori di ritorno dal mare fino alla costa; oppure quale superstizioso tributo – una specie di segno di rispetto – nei confronti del mastodontico animale. Nel 2008 una terribile tempesta abbatté la “scultura” che, di fatto, ha molto sofferto nel tempo anche per l’abitudine dei bambini del posto di salirci sopra e di dondolarsi come fosse un’altalena! Ecco spiegato il perché dell’aggiunta di quel “piedistallo” di cemento ad assicurarne la tenuta per almeno un altro secolo o due!!!!!

 

…E DOPO LA CAMMINATA, LA CHICCA FINALE!
Se dopo aver completato il giro vi sarà venuta una punta di fame, non perdetevi il sontuoso  AFTERNOON TEA (ma non solo!) della rinomata BAY OF BIRSAY TEA ROOM un piccolo edificio piuttosto anonimo che riserva all’interno grandi sorprese! Lo troverete dirigendovi verso il villaggio di BIRSAY e lasciandovi alle spalle le rovine dell’EARL’S PALACE (sulla sinistra) e, sulla destra, quelle della storica ST MAGNUS CHURCH (non gli omonimi di KIRKWALL, eh!!!) poi, oltrepassato un ponticello in pietra, bisogna continuare per un quarto di miglio (400 m circa) fino alla fine della strada. Nei mesi estivi è letteralmente preso d’assalto e, una volta gustate le loro specialità ammirando quella vista strepitosa, capirete facilmente il perché!!!

Un’immagine dal sito della BAY OF BIRSAY TEA ROOM

 

2 – MARWICK HEAD
Un maestoso promontorio che chi soffre di vertigini farebbe meglio ad evitare e che, lì per lì, mi ha riportato alla mente il vertiginoso colpo d’occhio delle Cliffs of Moher (le scogliere più famose d’Irlanda), con il vantaggio che a visitare MARWICK, anche in altissima stagione, è meno di un decimo, che dico, un centesimo dei turisti!
Lo si vede da lontano, stagliarsi all’orizzonte lungo la costa ovest appena a sud di BIRSAY, con le sue possenti pareti rocciose, forse nemmeno altissime, ma terribilmente scoscese, magicamente ondulate e scavate dal mare in misteriose caverne ed anfratti segreti, dove migliaia di uccelli marini vengono ogni anno a nidificare. A renderle inconfondibili, una specie di “corona” svetta sulla cima: dal 1926, nel punto più alto del promontorio di MARWICK, si innalza infatti ilKITCHENER’S MEMORIAL, una torre merlata a base quadrata, solitaria ed austera, fatta erigere a furor di popolo per ricordare il naufragio del HMS HAMPSHIRE, la nave che il 5 ottobre 1916 sprofondò in quelle acque con 600 uomini a bordo, probabilmente dopo essere stata colpita da una mina tedesca. A capo dell’equipaggio era un certo LORD KITCHNER… avete presente l’emblematica faccia baffuta con il dito puntato, che compare sul poster per il reclutamento delle truppe britanniche durante la I Guerra Mondiale? Ecco, proprio lui! Il cui corpo fra l’altro non venne mai ritrovato e così, ancora oggi, le ipotesi più disparate aleggiano sull’intera vicenda.
Il modo migliore per raggiungerla è lasciare l’auto nel parcheggio presso la baia di MARWICK, ben segnalato lungo la B9056, più o meno a metà strada fra BIRSAY e SKAILL (dove si trova il sito neolitico di SKARA BRAE). Da lì la scogliera rimane nascosta alla vista; per raggiungerla basta procedere a piedi lungo il sentiero che costeggia l’insenatura rocciosa, con gli occhi fissi sullo spettacolo sublime del mare, in continua trasformazione per l’andirivieni cadenzato delle maree, lì dove il vento è talmente di casa che un muricciolo bitorzoluto è stato costruito per proteggere le vicine fattorie dalla furia delle tempeste invernali. Qui, ancor più che altrove, le nuvole corrono così veloci, che nella stessa giornata si può passare, più e più volte, dalla nebbia più fitta a un cielo perfettamente limpido; dal grigio monotono e compatto al sole più radioso! Proprio così è stato per noi, che ci siamo incamminati sotto una coltre fitta di nuvole, risalendo il fianco della collina fin sulla cima, dove la vista si apre e si perde in panorami mozzafiato, che gli occhi stentano a contenere. Continuando oltre la torre, ecco comparire all’orizzonte, piccolissimo, il BROUGH OF BIRSAY e poi all’improvviso… il soleeeee!!!

Due le possibilità: 1) continuare lungo la scogliera fino a raggiungere il punto d’accesso alla fantastica isoletta di cui vi ho parlato sopra 2) ripercorrere i propri passi tornando al parcheggio della MARWICK BAY, tenendosi il BONUS di un po’ di tempo da spendere lì, nel silenzio vivo di quelle rocce, in totale relax, osservando le onde rincorrersi nel vento e il cielo espandersi in orizzonti infiniti.

Per i pigri irriducibili una terza possibilità: anziché partire dalla MARWICK BAY, si può portare l’auto fino al piccolo parcheggio di CUMLAQUOY (6 posti auto in tutto) e intraprendere la camminata da lì, riducendo così notevolmente la distanza da percorrere a piedi (800 metri solo andata, contro i circa 2km del percorso più lungo)
Viceversa, i più intrepidi, potranno allungare il giro camminando per ulteriori 15/20 minuti in direzione opposta (verso la baia di SKAILL) fino a incontrare un pittoresco gruppo di antichi capanni da pesca, perfettamente integrati nel magnifico paesaggio circostante!

Relax nella baia di MARWICK

 

3 – YESNABY
Ripenso a YESNABY e vedo grotte, archi, scarpate rocciose, faraglioni impressionanti, come le dita di un gigante emerse dal mare; sento la voce degli uccelli marini e il vento scalmanato che non riposa mai, nemmeno d’estate, nelle lunghe giornate di sole; mentre l’oceano tuona in onde fragorose che si infrangono in spruzzi candidi contro pareti di roccia così esposte da mettere i brividi… ecco quello che vi riserverà questo straordinario tratto di costa, che lascia totalmente interdetti, toglie il respiro, si imprime negli occhi e rimane per sempre scolpito nel cuore! Si trova appena a sud di SKARA BRAE e ci si arriva abbastanza facilmente, seguendo le apposite indicazioni che dalla B9056 portano alla “YESNABY ROAD”, la strada secondaria che finisce in prossimità della costa, in quella che durante la Seconda Guerra Mondiale era un’area d’addestramento militare. Si lascia l’auto lì, a fianco di quel che resta di alcuni edifici bellici, e dopo aver dato un’occhiata ai pannelli informativi presenti in loco, ci si incammina tenendo il mare sulla destra, seguendo un sentiero in leggera discesa, e proseguendo spediti, fino a oltrepassare un ponticello e alcuni gradini di legno. A quel punto resistere non è possibile… il BROUGH OF BIGGING compare alla vista ed ha la forza persuasiva del canto delle sirene di Ulisse… pochi passi in salita… uno sforzo davvero piccolo, per guadagnare la cima di quel verde promontorio da cui ammirare panorami eccezionali in ogni direzione! Ma è poco più in là che YESNABY sfodera il top dei suoi effetti speciali. Il primo è il CASTLE of QUI AYRE, un bizzarro faraglione che in realtà è un arco, tenacemente aggrappato alla costa grazie a un’unica lastra di roccia, su cui i turisti impavidi – e pure un po’ incoscienti – si arrampicano per la foto di rito, sfidando a muso duro il vento che ce la mette tutta per buttarli giù!!! Da lì al vero punto “clou” il passo è brevissimo… ecco apparire alla vista quel capolavoro della natura che prende il nome di CASTLE ROCK, un faraglione che riconosceresti fra mille, aperto alla base in un arco naturale e mirabilmente inciso dall’oceano, in scanalature realizzate in millenni di paziente lavoro. Reso famoso nel 1967 da un certo JOE BROWN, che per primo ne conquistò la cima, resta ancora oggi, insieme all’Old Man of Hoy, uno dei trofei più ambiti per ogni scalatore britannico! Continuando a camminare, ci si lascia alle spalle anche l’ultimo visitatore e si va incontro a panorami sempre più aperti e spettacolari sull’isola di HOY, che si avvicina piano piano all’orizzonte. Prima o poi, ahimè, verrà l’ora di tornare… e per farlo basterà rintracciare esattamente i propri passi.

 

QUELLA DRITTA IN PIÙ… se camminando a YESNABY, riuscirete per un attimo a distogliere lo sguardo dalla costa e a dirigerlo verso l’interno, sui vasti prati ondulati punteggiati di pecore e di belle fattorie in lontananza, potrà capitare che riusciate ad avvistare la rara e pregiatissima “primula scotica” un fiorellino minuscolo di un colore rosa sgargiante, del diametro di circa 8 millimetri e dotato di 5 petali a forma di cuore. È una specie autoctona e cresce selvaggia solo alle Orcadi, nel Sutherland e nella regione del Caithness (estremo nord della Scozia).

UN CONSIGLIO:
Chi fosse interessato a informazioni più dettagliate su queste e molte altre fantastiche camminate da fare alle Orcadi, ecco un libretto in formato tascabile da tenere sempre a portata di mano nello zaino:
ORKNEY – 40 COAST AND COUNTRY WALKS di John Fergusson (rigorosamente in lingua inglese)

Una piccola guida molto utile e carina che si può ordinare QUI



LA CARTINA CONSIGLIATA:

La cartina di Orcadi e Shetland può essere ordinata QUI

 

 

 

You Might Also Like

15 Comments

  • Reply
    antonella gorini
    7 Ottobre 2018 at 22:00

    Che meraviglia le scogliere Ilaria ! Foto fantastiche e meteo pazzesco…
    Che carina la tea room, adoro quel genere di locali!
    A quando la tua giuda sulla Scozia ? Non sto scherzando, dovresti pensarci seriamente…
    Un abbraccio

    • Reply
      ilaria
      8 Ottobre 2018 at 7:25

      Ciaoooo Antonella, ti ringrazio tantissimo per il tuo commento e soprattutto per la stima… non sai quanto mi piacerebbe scrivere una guida un po’ speciale della mia adorata Scozia, bisogna che cominci a pensarci sul serio! Riguardo alle Orcadi, le scogliere lungo la costa ovest sono così spettacolari e selvagge… percorrerle sospinti dal vento dà una sensazione di libertà e vertigine davvero unica, che avevo provato solo alle Shetland!!! La verità è che ogni arcipelago ha un suo carattere distintivo, ma non solo, ogni singola isola all’interno dello stesso arcipelago possiede una diversa atmosfera e personalità! Io le amo una ad una… e le ricordo tutte con tanta nostalgiaaaa! Un abbraccio

  • Reply
    Beatrice
    9 Ottobre 2018 at 14:40

    Ilaria, io sono davvero molto indecisa peri l viaggio dell’anno prossimo! Mi piacerebbe molto fare le isole.. Orcadi o Ebridi Esterne…ma il fatto di spostarsi a piedi un pò mi blocca, le vedo ancora lontane ed irraggiungibili! Grazie per questi suggerimenti, paesaggi magnifici come sempre, io nel dubbio mi segno tutto 🙂

    • Reply
      ilaria
      10 Ottobre 2018 at 6:57

      Cara Beatrice, innanzitutto grazie per avere trovato il tempo di passare di qui… Riguardo alla tua indecisione, posso dirti che Ebridi Esterne e Orcadi sono, ognuna a suo modo, mete assolutamente favolose, ma sicuramente un po’ più complicate da affrontare con i mezzi rispetto ad altre zone. Comunque hai tutto il tempo per pensarci con calma e per mettere a fuoco quale sarà la tua prossima fantastica meta scozzese! Intanto goditi i meravigliosi ricordi, ancora freschissimi, del tuo recente viaggio; ti auguro una buona giornata nel tuo bellissimo Trentino, baciiiiii

  • Reply
    Georgiana
    3 Novembre 2018 at 14:24

    Buongiorno Ilaria,

    qualche giorno fa mi sono imbattuta in una foto dell’isola di Mull e da quel momento non riesco a fare a meno che pensarci a come arrivarci il più presto possibile e aerare la mia anima nelle terre scozzesi.
    In seguito ti ho scoperta, ho iniziato a curiosare, a leggerti e seguire i tuoi itinerari con il dito sulla mappa per ora sognando.
    Il tuo modo di scrivere e fotografare, la scelta di viaggiare ed esplorare la Scozia principalmente è meraviglioso.
    Piena di entusiasmo e voglia di pace ho prenotato la prima notte a Edimburgo, e da lì mi far guidare da te.
    Dovresti, scrivere la tua guida. Mentre leggevo il tuo blog avevo questo desiderio di toccare con mano foto e consigli.
    Un caro abbraccio

    • Reply
      ilaria
      3 Novembre 2018 at 23:26

      Grazie mille Georgiana per le tue bellissime parole, che mi fanno davvero un sacco di piacere! Pensa che il mio desiderio di andare in Scozia è nato proprio da un articolo di giornale e da alcune foto in cui mi sono imbattuta nella primavera del 2008… subito ho sentito il bisogno fortissimo di visitare quella terra e l’ho fatto non appena ho potuto! Da allora ci sono tornata un sacco di volte, scoprendo sempre qualcosa di nuovo e meraviglioso, qualcosa che sempre di più mi ha legato a quella terra di un amore immenso e profondo. Vedrai, l’incontro con la Scozia resterà anche per te un’emozione indimenticabile… se avrai bisogno di consigli per la pianificazione del viaggio contattami pure, ti aiuterò volentieri! Per la guida chissà, piacerebbe molto anche a me scriverne una… forse un giorno! Ancora grazie e a presto, un abbraccio

  • Reply
    Paolo Cracchiolo
    1 Luglio 2019 at 18:41

    Buongiorno Ilaria,
    innanzitutto ti ringrazio per i preziosi reportage, scritti proprio molto bene, con cui, con dovizia di particolari, descrivi molto appassionatamente i maggiormente suggestivi luoghi naturalistici scozzesi…in particolare ho letto quelli sull’isola Mainland delle magiche Orcadi….
    a questo proposito, visto che ci ritorno a breve( sempre senza mezzi privati), ti volevo chiedere orientativamente a che altezza arrivando dal sentiero costiero si può trovare la stradina che porta al parcheggio (Yesnaby car park):
    la pazzia di due anni fa quando mi feci a piedi da Brough of Birsay fino a Stromness, preferirei non bissarla per quanto sia stata un’impresa in tutti i sensi indimenticabile.… mi affido a un taxi stavolta!
    Il mio tour con partenza il prossimo 25 luglio comprende anche Glenfinnan, Arisaig, Ebridi esterne (Harris), isola di Skye, e (sulla strada del ritorno in direzione di Londra dove ho il volo per Genova) Gower (Galles) e Cornovaglia.
    Un caro saluto.
    Paolo

    • Reply
      ilaria
      3 Luglio 2019 at 19:27

      Buonasera Paolo,
      grazie mille per i complimenti davvero graditissimi, mi fa molto piacere che i miei articoli sulle Orcadi ti siano piaciuti! Complimenti a te per il bellissimo giro che farai, vedrai che anche le altre località in programma ti riserveranno grandi emozioni… Skye ed Ebridi Esterne in primis!!! Riguardo alla tua domanda: io al parcheggio di Yesnaby sono arrivata in auto da Stromness (percorrendo la A965 verso nord; poi dopo meno di un miglio svoltando a sinistra sulla A967 e continuando dritto lungo la B9056 fino ad incrociare dopo circa mezzo chilometro la Yesnaby Road. Il parcheggio si trova a breve distanza della scogliera, circa 3 chilometri più avanti in direzione ovest); a piedi sinceramente non saprei dirti… anche perché non so da dove partirai tu! Magari fammi sapere e vediamo se con l’aiuto di una cartina abbastanza dettagliata riuscirò ad essere più precisa. Nel frattempo ancora grazie e a presto!

      • Reply
        Paolo Cracchiolo
        4 Luglio 2019 at 9:46

        Buongiorno Ilaria,
        innanzitutto ti ringrazio molto per avermi risposto così velocemente.
        Il programma prevede la partenza da Brough of Birsay per le 12.00 (la bassa marea dovrebbe essere probabilmente per le 11.00, prossimamente ne avrò conferma o meno) per arrivare a Skara Brae che vorrei tornare assolutamente a visitare intorno alle 16, dopo di che per le 18.00/18.30 giungere a Yesnaby cliffs visitate sulla via del ritorno soltanto di sfuggita due anni fa…
        dopo aver visitato questa mirabilmente stupenda attrazione naturalistica, l’idea è quella, naturalmente non prima di aver scattato foto e video al tramonto, raggiungere Yesnaby car park fissando appuntamento con un taxi per le 22.00…ragion per cui, logicamente preferirei senza troppi patemi, trovare la strada giusta per arrivare al parcheggio, pena una notte all’addiaccio, ok che è estate però …
        un’altra cosa che vorrei chiederti è se sai dirmi precisamente dove a Yesnaby si può trovare la meravigliosa pregiatissima primula scotica.
        Sono stato a visitare l’anno scorso le grandiose scogliere di Moher, proprio maestose, tuttavia le sensazioni, le emozioni che trasmette questo tratto di costa della Mainland delle Orcadi è una cosa che non ha uguali…questo, non solo perché non è un’attrazione turistica presa d’assalto da orde di turisti da ogni dove, vi è qualcosa di molto più profondo, prossimo al fascino di un suggestivo luogo dalla natura primordiale con i suoi suoni, i suoi colori, i suoi silenzi…qualcosa di veramente unico, di magico descritto da te nei tuoi articoli come meglio non si potrebbe.
        Ultima cosa: Mull Head trovi anche tu che sia un must see?
        Un caro saluto.
        Paolo

        • Reply
          ilaria
          6 Luglio 2019 at 21:29

          Camminando da Skara Brae fino alla scogliere di Yesnaby penso che il parcheggio lo vedrai strada facendo… si trova infatti a ridosso della costa, in fondo alla Yesnaby Road che si dirama verso ovest dalla B9056. Da Skara Brae a quel punto dovrebbero distare circa 3 chilometri, poi però la passeggiata continua verso ovest per altri 6/7 chilometri circa ed è in quel tratto che lo spettacolo si fa straordinario!!! Riguardo a Mull Head: ci sono stata in occasione del mio primo viaggio alle Orcadi nel 2010 e ne ho un bellissimo ricordo! Se ne hai il tempo, vale assolutamente la pena andarci!!!

  • Reply
    Paolo Cracchiolo
    3 Settembre 2019 at 15:28

    Buonasera Ilaria,
    come gli U2 cantano “Beautiful day”, ebbene è stata proprio così la giornata di fine luglio in cui come ti dicevo sono partito da Brough of Birsay, dove ho pure visto qualche pulcinella di mare poco prima della loro migrazione per passare per l’incantevole Marwick Head e poco prima di arrivare alla baia Skaill, dove ho visitato per la seconda volta il sito archeologico di Skara Brae la cui felicisissima collocazione proprio di fronte alla spiaggia dal mare blu cobalto, ne fanno un posto ancora proprio magico) ho per puro caso visto e naturalmente fotografato, una isolata primula scotica (che emozione!)
    Yesnaby the icing on the cake! Non ci sono parole per descrivere la struggente bellezza e i’incanto misterioso che emanano le scogliere di Yesnaby! Le riprese video e foto con the Castle nel bel mezzo di un fantastico mare blu mirabilmente illuminato dalla luce arancio tenue di uno splendido tramonto ne fanno indubbio l’istantanea number one di tutta la vacanza…. e pazienza se ho rimediato una mezza ustione con tanto di gonfiore a mani e avambracci per non essermi messo la crema solare! 😀

    • Reply
      ilaria
      22 Settembre 2019 at 21:56

      Ciao Paolo, che piacere ritrovarti qui!
      Scusa se rispondo in ritardo, ma vedo il tuo reportage solo ora. Sono davvero felice di percepire grande entusiasmo e soddisfazione nelle tue parole… e pazienza per la scottatura, sono cose che possono capitare da quelle parti, dove uno mai si aspetterebbe di avere bisogno della crema solare!!! Grazie di cuore per avermi riportato lassù con le tue splendide descrizioni! Ohhhh che voglia di tornare… e se dovrò farlo presto sarà un po’ anche per colpa tua!!!! Ciao e a presto

  • Reply
    Paolo Cracchiolo
    23 Settembre 2019 at 19:54

    Ciao Ilaria! Figurati, anche io non avevo risposto nel giro di pochi giorni, anzi….vedi anche il reportage di Huisinish drive…questo perchè non sempre ho ricevuto l’email di avviso del tuo post.
    Quando immagino il mondo ultraterreno, penso immediatamente a questo favoloso, magico, strepitoso tratto costiero che è, senza esagerare, il posto che amo di più in assoluto!
    A Brough of Birsay, più di una volta, ho avuto la fortuna di assistere a scene che sanno toccare veramente il cuore come gabbiano mamma che imbocca il pulcino o questi da solo che la chiama ripetutamente affamato, oppure la situazione se vogliamo, anche curiosa di fine luglio appena trascorso, di una pulcinella di mare che nell’atterrare su una scogliera finisce con tutto lo spazio a disposizione, proprio contro una sua simile, per fortuna senza nessuna conseguenza…:-D
    Le scogliere di Marwick Head sono imponenti, fantastiche, se poi il mare è molto agitato, trovo che tutto sia ancora più suggestivo!
    il sito neolitico di Skara Brae prospiciente il mare blu lapislazzuli è a dir poco un sogno.
    E quando si è prossimi a Yesnaby sale l’adrenalina in corpo…mi succede molto raramente…non so come spiegare, è un luogo di un fascino irresistibile, unico per davvero!
    Oltrettutto, dagli scatti del tramonto, dall’angolazione da dove mi trovavo, si staglia nell’oscurità, tra il lato destro di The Castle e la scogliera di fianco, un perfetto numero sette del colore blu intenso dell’acqua naturalmente!
    Il numero sette esprime la globalità, l’universalità, poiché il 7 è il numero della creazione.
    Anche se a onor del vero ho sempre creduto poco a questo genere di cose, in questo caso, mi piace pensarla così!
    Ciao carissima, a presto.

    • Reply
      ilaria
      28 Settembre 2019 at 15:30

      Wowwww Paolo, che descrizioni coinvolgenti e piene d’entusiasmo! Mi piacerebbe molto vedere le foto che hai scattato al tramonto… chissà che meraviglia! E magari scorgere anche quel numero 7 di cui parli… un’osservazione davvero interessante. Anch’io amo intensamente queste isole che regalano ogni volta suggestioni di un intensità inaudita. Grazie mille per avere condiviso qui le tue sensazioni e… appuntamento alla prossima isola!!!

  • Reply
    Paolo Cracchiolo
    2 Ottobre 2019 at 20:08

    Ciao Ilaria, “suggestioni di intensità inaudita” : non si possono definirle meglio le sensazioni e le emozioni che questi splendidi luoghi trasmettono, perfetto 😉
    Ieri ho recensito “Yesnaby Cliffs” con il titolo “Yesnaby ultraterrerna” nel sito di Tripadvisor allegando cinque foto tra cui quell’immagine con il tramonto.

  • Rispondi a ilaria Cancel Reply

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.